MESOLINEA TEMPORALESCA NEL VICENTINO
1 SETTEMBRE 2001

con foto dell'autore, Damiano Dal Maso e Fabio Giordano
a cura di Gobbi Alberto e con il contributo di Damiano Dal Maso,
Fabio Giordano e Gianfranco Bottarelli

Sin dall'inizio si poteva immaginare qualcosa di molto speciale: il cielo mostrava evidenti segni di irrequietudine, rappresentati da una varietà incredibile di nubi in rapida successione. Si va dai classici banchi di altocumuli e cirrocumuli nel mattino ai stratocumuli verso mezzogiorno, accompagnati questi da un buon numero di fractocumuli piuttosto spessi provenienti da NE e scomparsi intorno alle 11,30. Nel pomeriggio ritorna il sole assieme alla comparsa di cirri densi e qualche pezzo di incudine da occidente, mentre una cortina di moderati Cb incus e calvus comincia a ritirarsi verso NW con mia grande sorpresa e dispiacere.

Sono le 16 circa quando il cielo ritorna tranquillo e quel poco vento che c'è scompare. Non si vedono più i cumulonembi verso N e NW, ma a S-SW compaiono dei congesti in rapida evoluzione e in contemporanea avanza un esteso fronte ghiacciato da SE il cui bordo era costituito da una sorta di floccus e non era quindi ben delineato il margine dell'incudine. In apparenza il temporale non sembrava intenso, invece avrò la fortuna di vedere anche una stupenda shelf cloud.

Il sole scompare, il cielo si copre e si sentono anche i primi tuoni dal mare. Aumenta così il contrasto luminoso con il cielo ancora sgombro da nubi verso N, ma sempre a nord vedo delle lontane macchie bianche: i classici cavolfiori da Cb calvus con delle favolose protuberanze. All'inizio non volevo neanche andare a fotografarli, ma trascorso qualche minuto noto il loro costante e coordinato sviluppo. Allora scatto su per l'argine e fotografo i Cb in questione che si riveleranno essere parecchio intensi.

Le foto si riferiscono al periodo 18,30-19,15. Nella prima foto siamo in presenza di un potente Cb incus che sta interessando il vicentino e con incudini sviluppate da entrambi i lati: si notano 3 incudini laterali nella parte sinistra (ovest) e una sola, ma più evidente, a destra (est). Notare poi come in una vasta zona del Cb, nella parte centrale, si stia sviluppando una enorme cupola (overshooting top). Inoltre, nella parte alta della foto, si vede avanzare verso il Cb l'incudine dell'altro temporale da SE.

Ecco qui un bel racconto di Gianfranco Bottarelli che si trovava a N di questo intenso cumulonembo, mentre io l'ho fotografato da S e da molto più lontano.

"Marostica, provincia di Vicenza, 25 km a NNE del capoluogo, al limite della pianura e ai piedi dell’Altopiano di Asiago, sabato 1° settembre 2001.
Ore 17:30: il cielo si presenta poco nuvoloso. Sono visibili, a SO, altostrati compatti ma traslucidi, più scuri all’orizzonte, ma che lasciano intravedere della luce arancione in fondo. Provengono lentamente da OSO. A quote decisamente più basse, qualche cumuletto proviene da ENE, mentre al suolo l’aria è asciutta, c’è un sole magnifico, il sereno è blu, c’è una leggera brezza da ENE e il termometro segna 25°.
Ore 18: gli altostrati guadagnano lentamente terreno, ma paiono non impensierire. A SE, E e ENE intanto i cumuletti aumentano di dimensione e numero, ma paiono ancora innocui.
Ore 18:30: gli altostrati sono più compatti all’orizzonte e sono più scuri. I cumuletti improvvisamente cominciano a gonfiarsi e a SE appaiono i primi cumuli. La cima del Monte Grappa (1650 m) sparisce nei cumuletti bassi.
Ore 19: i cumuletti non sono più tali, bensì cumulonembi veri e propri. L’azzurro è confinato in una stretta striscia verso Asiago. Si forma, a sud, un cumulonembo con l’angolo in basso a sinistra (est) con una curiosa forma ad angolo acuto, come se fosse gonfiato da una invisibile cannuccia. Noto poi, sulla mia verticale, degli strani cumuli più piccoli, a forma di imbuto, come il fumo che esce da un camino e si espande in alto. Mai visto nulla di simile.
Ore 19:30: tuona in continuazione verso sud, piove fino a pochi chilometri da Marostica. Nel frattempo i cumulonembi che si gonfiano velocemente a N e soprattutto a NE si sono ormai saldati alla cella principale. Il risultato è un cielo pieno di "striature verticali" che ascendono vorticosamente verso la cella principale e che riflettono, al loro interno, la splendida luce rosata del tramonto, come se all’interno della nube vi fosse acceso un neon rosa. Uno spettacolo mozzafiato.
Ore 20 circa: un isolato strato basso pochi chilometri a sud di Marostica attira la mia attenzione: ha una strana forma lenticolare con la base perfettamente orizzontale che quasi tocca il suolo, e appare spinto a destra da venti da ovest, a sinistra da venti da est. Pochi istanti e si gonfia, spinto dai venti laterali, sempre più, finché non si salda alla base della nube temporalesca soprastante, assumendo una forma trapezoidale. Ma non è finita qui: la spina da est, cioè da sinistra, prende il sopravvento e il trapezio diviene un romboide con l’angolo acuto in basso a destra. La forma giusta di una tromba d’aria. Però, per fortuna, essa non riesce a toccare il suolo e la spinta da est non è opportunamente controbilanciata da quella da ovest. La nube collassa rapidamente e rimane uno strato basso sfilacciato. Neanche il tempo di dirgli addio, e i cumulonembi da ENE, che nel frattempo si sono evoluti, rovesciano acqua a secchiate".

Si noti il potente updraft che sta "innalzando" la sommità del sistema (foto dell'autore)

Nella successiva foto tale cupola si è resa molto più evidente: viste le dimensioni di questa cupola e dello stesso cumulonembo, non si poteva escludere la presenza di una supercella. Tuttavia, ulteriori elementi smentiranno questa ipotesi.

La cupola, peraltro estesa, è già pienamente formata

Ed ecco che la cupola non è più visibile con le sue protuberanze perchè si è ghiacciata assumendo la consistenza di una incudine. Non dimentichiamoci che anche le cupole ghiacciano: nella bassa stratosfera si viaggia su valori compresi tra -50°C e -60°C.

La cupola si è ormai ghiacciata confondendosi con l'incudine

A sinistra di questo Cb se n'era formato un altro, più debole e con una incudine senza cupola. L'avanzata dell'esteso temporale da SE avrebbe ben presto occultato tutti i Cb presenti nell'alto Veneto. Ecco la mappa radar di quella sera delle ore 19,42 italiane a cura dell'ARPA Emilia Romagna. E' ben evidente nel vicentino la presenza di 3 celle temporalesche comprese nell'ellisse blu, tutte a fondoscala (grigio-bianco all'interno del rosso-scuro) indice di fenomeni intensi.

Immagine radar a cura di ARPA Emilia Romagna

Quelle tre celle formano una mesolinea temporalesca: sebbene a volte siano sottovalutate, le mesolinee sono estremamente pericolose e per la Pianura Padana sono la maggior causa di fenomeni di notevole violenza ben oltre lo sviluppo di supercelle: il motivo sta nel fatto che la frequenza di mesolinee è molto più elevata che non quella di supercelle (anche per l'innesco sovente frontale dei sistemi temporaleschi). Una mesolinea può ospitare 3-4 o anche più elementi temporaleschi allineati che, se si mantengono idonee condizioni termoconvettive lungo il fronte, possono raggiungere quote quasi alla pari delle supercelle con fenomeni di eccezionale violenza; si pensi solamente al fatto che se gli elementi che costituiscono una mesolinea sono molto vicini tra loro (quasi attaccati o addirittura fusi insieme) e hanno più o meno lo stesso grado di maturità i downdraft al suolo saranno la somma dei singoli downdraft di ogni elemento; e se la loro direzione è la stessa verso cui si muove la mesolinea possiamo avere venti al suolo ben oltre i 100 km/h che spesso vengono scambiati da osservatori poco attenti per trombe o tornado (per classificarli come tali è necessaria la presenza di moti vorticosi). La percentuale di mesolinee che originano supercelle è piuttosto bassa, anche se la possibilità esiste eccome, segnatamente se esse sono di origine prefrontale e giungono dopo un periodo molto caldo.

Dopo aver osservato le 3 foto del cumulonembo, che ho scattato dal mio paese e quindi da una cinquantina di km dal temporale stesso, ecco ora un paio di foto davvero molto belle a cura di Fabio Giordano che mostrano la base dello stesso Cb verso est. La foto è stata scattata verso le 19,30 a 500 m ad W del casello di Vicenza ovest.

Evidentissime rain curtain sotto la base del Cb
Foto di Fabio Giordano

Ecco un ingrandimento della stessa base del cumulonembo in risalita da SE verso NW.

Il cumulonembo avanza di gran carriera
Foto di Fabio Giordano

A prima vista si potrebbe ipotizzare una supercella, soprattutto osservando la prima foto panoramica che ben evidenzia la base circolare del temporale: si vede dalla foto un'estensione non eccezionale del Cb. Seppure si tratti di un fenomeno molto intenso non siamo ancora in presenza di una supercella. Non c'è un disco supercellare per il semplice fatto che non c'è un minimo accenno di shelf cloud; non si vede avanzare neppure una nube che assomigli almeno in parte ad una "nube a muro" (wall cloud), anche se entrambe le nubi non sono sempre presenti nelle supercelle. L'area che delimita la pioggia quindi è una semplice base del Cb; la forma è tipica e circolare dei temporali a cella singola (una di quelle componenti la mesolinea) ed è in evidenza un "semicerchio" classico dell'intenso downdraft all'interno.

Per diagnosticare una supercella bisogna che la base del temporale ruoti in senso circolare ciclonico e non sempre bande di nubi arcuate ruotano in quel senso, come nella fattispecie: l'osservatore infatti non rammenta la suddetta rotazione alla base del Cb. Aggiungiamo poi le testimonianze dirette dello stesso Fabio Giordano che non ha rilevato significativi eventi grandinigeni o eventi vorticosi e la stampa locale che non ha riportato nulla. Cosa molto più importante, anche il radar non mostra nessuna supercella in quanto manca la grande estensione tipica delle supercelle e la forma più o meno rotondeggiante: inoltre non sono presenti echi ad uncino.

La scansione radar perciò non mostra supercelle classiche: tuttavia supercelle di piccola portata possono svilupparsi (mini supercell o low topped supercell); inoltre le scansioni avvengono ogni 30 minuti, un tempo sufficiente affinchè supercelle di piccole dimensioni possano cominciare a collassare o regredire allo stato di normali (anche se intensi) Cb...ma non sembra assolutamente il nostro caso.

Come detto, l'intenso temporale, risaliva da SE verso NW e quindi, dopo aver colpito Vicenza, avrebbe interessato anche il paese di Arzignano, una quindicina di km ad W del capoluogo. Ecco una foto scattata in loco da Damiano Dal Maso che mostra la base dello stesso Cb alle 19,35 verso NE.

Una modesta inflow tail sotto la base del Cb
Foto di Damiano Dal Maso

Puntiamo per un attimo l'attenzione su quella nube che scende dalla base del Cb sullo sfondo bianco delle bande di idrometeore: è una inflow tail originata da un intenso updraft e l'origine è pressochè identica a quella dei lowering.

Ora guardiamo un'altra foto di Damiano Dal Maso, davvero spettacolare e scattata alle 19,35 verso NW.

Funnel cloud a qualche centinaio di metri dall'osservatore (situazione pericolosa)
Foto di Damiano Dal Maso

Salta subito all'occhio il probabilissimo ed evidentissimo funnel cloud, simmetrico e a forma di cono, che scende dalla base del Cb. Davvero una situazione molto pericolosa testimoniata anche dai numerosi fractocumuli indice di marcata turbolenza; per fortuna il funnel è rimasto tale e non ha assunto i connotati di tromba d'aria.

Abbiamo quindi esaminato in modo ritengo soddisfacente una delle celle (la più orientale) componenti la mesolinea temporalesca "in funzione" il 1° settembre nel vicentino.

Adesso, ancora grazie alle foto di Fabio Giordano, diamo un'occhiata ad una cella che si era formata in contemporanea alle altre, ma più a W. Essa, come anticipato, era visibile dal mio paese come un Cb incus senza cupole, per lo meno nei momenti in cui ho avuto la possibilità di osservarlo. Dalle sequenza, che racchiude un lasso di tempo di qualche minuto, si vede l'evoluzione di un probabile funnel cloud a partire da semplici fractocumuli fino alla formazione di una nube più bassa rispetto alla base del Cb: tale fenomeno non è assolutamente correlabile alla presenza di una supercella, in quanto le limitate dimensioni e la breve durata della nube in questione indicano per lo più un'origine da violento updraft: questa nube è un semplice lowering. Esso ha delle analogie con le wall cloud, vista la quota più bassa di formazione rispetto alla base principale, ma le wall cloud sono necessariamente ed intimamente collegate alla presenza di mesocicloni all'interno delle supercelle.

Straordinaria sequenza di foto che mostra un funnel cloud che poi è involuto in un lowering
Sequenza fotografica di Fabio Giordano

Il raffreddamento e la successiva condensazione della massa d'aria trasportata in alto dall'intenso updraft è ottimamente testimoniato dai fractocumuli presenti nelle due foto iniziali, prima che si formasse quel tronco di cono (il funnel) e poi il lowering.

In riferimento alla sequenza fotografica, possiamo aggiungere che un'eventuale inflow tail sarebbe comparsa a destra rispetto al funnel cloud. E' facile comprendere il significato di tale affermazione tentando di capire dove si trova il settore interessato da updraft: posto che a sinistra del funnel ci sono le bande di precipitazione e quindi i downdrafts, è logico pensare che le correnti ascensionali (updraft) si trovino a destra, impressione confermata dalla leggera inclinazione che assume in tal senso il funnel cloud.

Adesso conviene osservare un po' tutta la struttura del temporale: le ultime foto mostrano una visione d'insieme della cella, in particolare l'ultima che ripropongo qui sotto.

Base dei Cb (senza shelf cloud) con bande di precipitazione (rain curtain)
Foto di Fabio Giordano

La base delle nubi appare un po' più alta del solito, ma questo si spiega con l'occlusione in atto proprio in quelle ore nella pianura veneta. Qualcuno potrebbe dubitare di non essere in presenza di supercelle se si osserva la forma arcuata della struttura nuvolosa. Tuttavia, se si trattasse di disco supercellulare, le precipitazioni dovrebbero essere a sinistra della foto, anzichè nella destra come si vede nell'ultima sequenza: il disco per così dire "fuoriesce" dalla base della supercella, mentre nella foto tenderebbe ad entrarci, per cui non si tratta di disco supercellare ma delle basi di congesti o Cb in formazione attigui alla cella che precipita sulla destra della foto...tesi supportata dal fatto che il sistema muoveva da SE a NW, quindi da destra a sinistra guardando la foto. Notiamo infine come la zona di massima precipitazione (ultime 2 foto) si trovi proprio nel settore in cui prima s'era verificato il violento updraft che aveva portato l'aria a saturazione in modo praticamente esplosivo: una conferma delle precedenti ipotesi in merito al lowering.

Per terminare in bellezza questa analisi, ecco un'altra foto di Fabio Giordano che mostra in tutta la sua bellezza il funnel cloud: diciamo che eravamo ancora distanti per la formazione di una tromba vera e propria: forse eravamo sul 60-70% di energia accumulata rispetto a quella necessaria per l'insorgenza di moti vorticosi più seri...meglio così.

Splendido esemplare di funnel cloud
Foto di Fabio Giordano

 

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