L'ALLUVIONE LAMPO SUL VIBONESE

del 3 LUGLIO 2006

 

a cura di Massimo Autiero

Premessa

Questa indagine meteorologica, sull'alluvione di Vibo Valentia del 03-07-2006, è stata prodotta nel mese di maggio 2009 sulla base di alcune testimonianze dirette e di dati ed informazioni meteo reperiti da fonti sicure ed autorevoli.  

Introduzione

Il 03 Luglio 2006 dalle 06.00 alle 13.30 circa (ora legale) precipitazioni eccezionali, intense e persistenti, interessarono il vibonese; i comuni maggiormente colpiti furono: Pizzoni, Serra San Bruno e Vibo Valentia. Le precipitazione provocarono gravi e diffusi danni (allagamenti, frane) e 4 morti. Nella città di Vibo Valentia, in sole cinque ore, furono registrati più di 200 mm di pioggia, quando in media nel mese di luglio, nelle medesime località, le precipitazioni oscillano tra i 30 e i 110 mm. Prendendo in considerazione il lasso di tempo tra le ore 11:40 e 12:40, sul vibonese caddero circa 130 litri di acqua per ogni metro quadrato di terreno, cioè 130.000.000 di litri d'acqua in un chilometro quadrato che è come se in un campo di calcio cadessero 20.000 litri d'acqua in un minuto.

Analizzando i dati delle precipitazioni cumulate (Fonte: Arpacal) e le mappe delle fulminazioni si può intuire che l'evento pluviometrico inizia a manifestarsi sul versante tirrenico nei pressi di Monterosso Calabro (località ad est del lago dell'Angitola), si estende sul versante ionico, per poi stabilizzarsi, raggiungendo la massima intensità tra il comune di Serra San Bruno (probabilmente monte Pecoraro) e Vibo Valentia. Con l'aiuto di Google Earth, abbiamo evidenziato alcune località interessate dall'evento e la relativa quantità di precipitazione. Le mappe della fulminazione, riportate sotto, invece, ci permettono di caratterizzare l'evento.

Principali località interessate dall'evento pluviometrico

Analisi Sinottica

L'analisi sinottica è stata condotta mettendo in relazione informazioni provenienti da varie fonti tra le quali mappe bolam (run 00 UTC del 03/07/2006 - fonte: meteo Liguria) e carta di analisi al suolo delle 00 UTC (Met Office - Analysis chart valid 00 UTC Mon 03 jul 2006 - fonte: wetterzentrale); inoltre ci si è avvalsi di diverse immagini satellitari (fonti: University of Wisconsin-Madison e NEODAAS Dundee Satellite Receiving Station) e di elaborazioni NCEP – Reanalysis - fonte: wetterzentrale.

•  La situazione in quota, 500 hPa, alle 00 UTC del 03/07/2006, è caratterizzata da due configurazioni principali: promontorio anticiclonico subtropicale che si estende sul Mediterraneo occidentale fino all'Europa centrale, un campo di bassa pressione tra il mar Egeo e i Balcani che debolmente propende sull'Adriatico. Questo scenario, nelle ore successive, favorirà un flusso di correnti debolmente instabili (a vorticità positiva da curvatura) su parte dell'Italia meridionale.

•  Per quanto riguarda il piano isobarico di 850 hPa, alle 00 UTC, esso è caratterizzato dal contrasto termico che si va consolidando sull'area sovrastante lo Ionio e il Tirreno e quindi con il livello di 500 hPa.

•  A 300 hPa, un massimo di vento provoca l'afflusso di aria fresca e secca sul Mediterraneo (fonte di divergenza in quota), che sovrapponendosi all'aria caldo-umida preesistente, genera un elevato gradiente termoigrometrico verticale.

L'effetto combinato divergenza-gradiente genera elevata instabilità e quindi condizioni favorevoli all'innesco di violenti moti convettivi. Di seguito alcune immagini satellitari che fotografano lo scenario alle 00 UTC.

03 07 2006 ore 00 UTC - MSG Infrared - Formazione dei primi cumuli

03 07 2006 ore 00 UTC - MSG Water Vapor

Sulla carta dell'analisi al suolo delle 00 UTC è presente una linea d'instabilità sui Balcani collegata al flusso attivato dal contrasto tra un'area depressionaria, che si estende da Cipro al mar Caspio, e un'area anticiclonica centrata sull'Ucraina. Sul Tirreno la pressione si presenta alta e livellata, mentre sembra che sulla Tunisia l'anticiclone africano tenga bene la sua posizione.

Analisi al suolo 00 UTC del 03/07/2006

L'analisi sinottica, al suolo e in quota, indica che nelle ore precedenti l'evento pluviometrico, sul mare antistante la Calabria, e sulla Calabria stessa, convergono correnti caldo umide da W-SW e correnti più fresche da N-NW mentre in quota il massimo di vento genera una forte divergenza. Dunque si generano, per poi consolidarsi nelle ore successive, una serie di fattori termo-igrometrici (gradiente termoigrometrico verticale, incremento dell'umidità dell'aria nei bassi strati, etc.) e dinamici (convergenza nei bassi strati, divergenza in quota, wind shear verticale positivo) che predispongono l'atmosfera a sede di moti convettivi, per certi versi, innescati e modellati dalla particolare conformazione orografica della Calabria (una catena montuosa tra due mari).

Flash Flood

L'evento straordinario, ed imprevedibile, che si è verificato sul vibonese è annoverabile tra quelli che gli inglesi classificano come Flash Floods (alluvioni lampo), cioè eventi pluviometrici improvvisi, particolarmente intensi, con rovesci estremi e intensa attività temporalesca. Questo tipo di evento, in genere, è attivato da una linea di convergenza convettiva che persiste per diverse ore sulla stessa località.

In estate, le linee di convergenza sono imprevedibili, quello di cui siamo a conoscenza è che possono essere generate ed alimentate dalla convergenza della brezza di mare (che in concomitanza con le correnti in quota originano vorticità positiva da shear). La convergenza resta attiva sulla terraferma fino a che persistono le condizioni che l'hanno generata.

Non abbiamo, purtroppo, il supporto delle immagini di un radar meteo, per analizzare e classificare il tipo di “sistema convettivo” generatosi dalla convergenza. Dalle immagini satellitari e dall'analisi meteo, però, possiamo dedurre che molto probabilmente si è trattato di una supercella a basso potenziale ad asse obliquo (cioè con updraft e downdraft non paralleli), con l'inclinazione dell'asse accentuata dal massimo di vento in quota. Non lasciamoci trarre in inganno dal termine basso potenziale (Low Potential Supercell), si tratta in ogni caso di una sistema temporalesco molto potente e pericoloso.

Schema di una sezione di temporale. Fonte: Martin Setvák CHMI

Di seguito alcune immagini satellitari. Sulle immagini delle 06.00 UTC sono intuibili: la linea di convergenza (a NW), l'overshooting top (altezza massima della cella temporalesca) e l'allungamento dell'incudine sottovento (a SE).

03/07/2006 ore 06.00 UTC – visibile

03/07/2006 ore 06.00 UTC – immagine vapore acqueo

Immagine delle 10.40 UTC – Satellite MODIS

Immagine delle 09.00 UTC del satellite acqua

Immagine delle 10.40 UTC del satellite terra

Seguono alcune foto dei gravi danni cagionati dall'evento a Vibo Valentia scattate da Giuseppe Scalamandre.

 

Conclusione

Questa relazione vuole essere una riflessione, non esaustiva, sulla problematica attinente alle Flash Floods, un tipo di evento meteo eccezionale, per certi aspetti imprevedibile ma che purtroppo continua ad interessare la Calabria. Nel recente passato, infatti, altri eventi alluvionali (molto probabilmente con punti in comune con quello di Vibo) hanno interessato la Calabria, tra questi ricordiamo l'alluvione di Crotone nel 1996 e quella di Soverato del 2000. Dunque eventi particolarmente rari, ma, soprattutto per via della conformazione orografica, probabili.

In Gran Bretagna, paese in cui sono stati registrati diversi eventi pluviometri intensi, di recente (Aprile 2009) al fine di monitorare e prevedere eventi alluvionali (Flood) hanno inaugurato un nuovo centro di previsione, il Flood Forecasting Centre – FFC (ufficio di previsione delle alluvioni). Con l'FFC, usando le ultime tecnologie (radar meteo, satelliti, etc.) e lavorando in sinergia con il Met Office, gli inglesi puntano a migliorare la loro abilità nella previsione e gestione degli eventi alluvionali.

I responsabili del FFC hanno motivato le loro scelte dicendo: “Noi non possiamo fermare le alluvioni ma possiamo prepararci per prevederle, monitorarle e affrontarle, … questo è necessario, dato che i cambiamenti climatici continuano ad influenzare il nostro tempo meteorologico, contribuendo a potenziare questo tipo di fenomenologia”.

 

Autore Massimo Autiero che si è avvalso della collaborazione di Toma Attilio e Giuseppe Scalamandrè

 

Fonti Web

www.fenomenitemporaleschi.it

www.metoffice.gov.uk

www.wetterzentrale.de

www.meteoliguria.it

 

 

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