LA SUPERCELLA TORNADICA DI SALBORO (parte I)

del 6 LUGLIO 2008

a cura di Alberto Gobbi

Domenica, 6 luglio 2008. Incomincio la giornata senza grandi aspettative dal punto di vista meteorologico, in quanto in cielo non si apprezzano segnali nefologici di particolare rilevanza, tanto che non faccio foto ritenendo pressochè inutile raccogliere materiale didattico. In tarda mattinata, verso le 11, vado a trovare un mio amico vicino di casa da dove tra l'altro ho una miglior visuale verso sud. Così sopra il rodigino e l'area di Codevigo-Correzzola posso monitorare l'andamento di alcuni annuvolamenti cumuliformi inclinati verso est dai venti in quota. La cosa che mi scoccia è vedere che le sommità di questi cumuli -che mai hanno superato lo stadio di Cu mediocris- tendono a staccarsi senza soluzione di continuità dissolvendosi in breve tempo. Tuttavia, nel pomeriggio avrei rivalutato questa affrettata conclusione, in quanto l'inclinazione della corrente ascendente dei cumuli e la perdita della "testa" testimoniavano, rispettivamente, forti venti in quota e la presenza di una inversione termica. La rottura di quest'ultima, in simbiosi con altri determinanti fattori che andremo sommariamente ad esaminare, avrebbe innescato temporali a supercella che ben poco hanno da invidiare a quelli delle grandi pianure degli Stati Uniti centro-orientali!

La situazione sinottica a scala europea vede una classica saccatura nord-atlantica, l'Italia si trova nel suo lato ascendente con un teso flusso sud-occidentale e con un minimo al suolo di origine baroclina spostato parecchio avanti rispetto al minimo in quota a 500 hPa. Questo è un primo indice della severità della perturbazione in esame.

Avvalendoci sempre del modello GFS, a 850 hPa è ben individuabile il fronte freddo sulla Francia orientale. La seguente mappa è riferita alla notte tra il 6 ed il 7 luglio, in realtà la fenomenologia oggetto del presente lavoro si è esplicata nel pomeriggio del 6 luglio grazie ad un gioco di correnti a mesoscala non molto frequente.

Grazie al modello BOLAM (mappa del vento a 10 metri, cerchio rosso) è possibile individuare uno dei più importanti elementi responsabili dei forti temporali di questa giornata, ovvero una stretta area di convergenza sulla pianura veneta avente oltretutto la caratteristica di essere palesemente vorticosa e dotata di moto antitorario (ciclonico). L'incontro tra venti caldo-umidi di scirocco (da SE) dal mar Adriatico, il vento caldo-secco di libeccio (da SW, dry line) in discesa dall'Appennnino e i venti più freschi di outflow (da N-NW) di precedenti ed intense celle sull'alto Veneto determina uno scontro di masse d'aria aventi differenti caratteristiche termo-igrometriche, incrementando sensibilmente i valori di shear positivo direzionale e, quindi, di elicità.

Dal radiosondaggio di San Pietro Capofiume (BO) è possibile individuare nel cerchio rosso la risalita dello scirocco che con tale sinottica comporta sempre wind shear positivo verticale (sia in direzione che in velocità), condizione essenziale per l'innesco di updraft rotanti come in effetti è avvenuto a più riprese sulla pianura veneta. Si noti infatti che al salire della quota il vento gira da SE a W, un classico che sovente comporta fenomeni temporaleschi anche rilevanti se il tutto è assistito da forti venti in quota e da un ingresso più fresco, elementi anche questi presenti nella giornata del 6 luglio 2008.

Le immagini da satellite (orari UTC, il punto rosso è dove abito io) mostrano la supercella temporalesca che sta interessando il Veneto; si notino le ombre associate ad alcune overshooting top e le "gravity waves", cioè le onde di gravità che sembrano nascere quando gli intensi moti verticali interni al cumulonembo si propagano anche in orizzontale a livello della tropopausa, un po' come una goccia che cade in uno stagno.

Dopo questa breve analisi termodinamica, passiamo adesso all'aspetto nefologico al quale ci tengo in particolar modo. I cumuli premonitori, a cui accennavo ad inizio articolo, nel primo pomeriggio sono pressochè scomparsi lasciando spazio a piccoli banchi di altocumuli. Ma ecco comparire verso W-NW un compatto fronte di cirri falsi che velocemente coprirà il cielo. La seguente foto delle 17.10 è puntata verso il Polesine e si apprezza il bordo dell'enorme incudine che si dirige verso il Delta del Po.

Mi attacco al radar ARPAV e vedo che il temporale in questione mostra già un evidente eco ad uncino (freccia nera, ore 17.20) subito a nord dei Colli Euganei. Credevo che restasse a nord di Padova (viste le correnti portanti mediamente sud-occidentali), in realtà il mesociclone stava deviando il sistema temporalesco verso SE dirigendosi verso il mio paese, per cui mi pongo in stato di allerta, chiudo porte e finestre della casa, stacco cavi e antenna e salgo sull'argine del Brenta per fare più foto possibili. Una supercella in piena regola a breve investirà la mia postazione, sono persino un po' preoccupato non sapendo esattamente cosa mi aspetta essendo molto rara questa tipologia convettiva.

Ecco cosa vedo alle 17.25 verso i Colli Euganei: una ingente produzione di mammatus sottovento all'incudine, accompagnata da tuoni ininterrotti, altro segnale questo della potenza del temporale in arrivo unitamente all'attivazione di un sostenuto vento di inflow dal mare fino a 40 km/h (stima personale su scala Beaufort), eppure il mesociclone vero e proprio ancora non si vede!

Alle 17,50 ecco comparire in tutta la sua maestosità il lato anteriore del mesociclone, FFD, Forward Flank Downdraft, ovvero il downdraft principale del temporale a supercella! ... spettacolo più unico che raro dalle nostre parti! Il cerchio giallo evidenzia gli alberi piegati dall'inflow del mesociclone...

Cominciano ad intravedersi le striature mesocicloniche, segno tangibile della rotazione della supercella...

Quella che segue è una composizione di 5 foto (ore 17.55) del disco supercellulare: non credevo ai miei occhi, pensavo di essere in un sogno! Esaltato ma anche un po' preoccupato, scatto foto in continuazione e avviso un po' di gente...

Ore 17.56...

 

Ore 17.58... eccezionale! Un disco volante, anzi, uno spaventoso disco di una supercella HP (High Precipitation)!!! La luminosità cala drasticamente, i tuoni iniziano a farsi più "secchi", l'inflow sta scomparendo. Mi preparo quindi all'irruzione del FFD...

Se serviva una conferma della natura supercellulare, questa arriva dal radar ARPAV-CMT di Concordia Sagittaria (VE), in cui si vede l'eco ad uncino proprio davanti alla mia postazione (punto rosso, scansione di sinistra) e il risucchio verso l'alto delle precipitazioni ad opera dell'updraft rotante (traccia del BWER, Bounded Weak Echo Region, nella sezione verticale a destra). Il cumulonembo ha raggiunto quote di 15-16 km, il che suggerisce l'elevato rischio di violente grandinate, prova tangibile siano i chicchi da 5-6 cm caduti a pochi chilometri a sud del mio paese, a Piove di Sacco.

Ecco altre foto del mesociclone con le sue striature (ore 18.00)... davvero imponente!

Questo "lowering" si è formato in neanche un minuto davanti alla cortina di precipitazioni e verrà trasportato dalle correnti di FFD verso est (verso sinistra)...

Si evidenzia ormai il downdraft con i rovesci di pioggia e grandine: ogni tanto cade qualche fulmine nube-terra non troppo distante dal sottoscritto che decide così di scendere celermente dalla sommità dell'argine...

Il cielo verdeggia, scappo! In questo istante si passa da inflow ad outflow!

Faccio però in tempo a scattare un'ultima foto dall'argine in cui si vede il bordo orientale del disco supercellulare che sta entrando in Laguna di Venezia!

Iniziano i rovesci, per la verità non molto intensi, in compenso un fulmine nube-suolo mi cade a circa 30 metri, forse è opportuno entrare in casa... dopo la pioggia associata al FFD, mi ritrovo dentro l'eco ad uncino ed ecco cosa vedo: un'impressionante turbolenza e moti vorticosi sia sul piano orizzontale che verticale (ore 18.10). Il vento da W gira improvvisamente da N per poi calmarsi in parte...

...ed è in questo momento (ore 18.13) che un funnel cloud si protende verso il basso...

...l'imbuto comunque non scende, subisce piuttosto una curvatura nella sua porzione inferiore come si evince dalla seguente immagine (ore 18.14) tanto che mi viene da classificarlo come una "inflow tail".

In realtà si tratta di un funnel cloud mesociclonico nato sul bordo della wall cloud (il cui scalino mi è impossibile vedere trovandomi sotto la nube a muro), perchè pochi secondi dopo lo sviluppo di questo cono (ormai fuori dal mio campo visuale) verrà ripreso dal mio amico Matteo Tramonte dalla frazione Bojon di Campolongo Maggiore. Questo il link per poter scaricare il video in questione:

http://www.fenomenitemporaleschi.it/varie/tornado_tramonte.wmv

In questo video è possibile scorgere una serie di indizi che avvalorano l'ipotesi di un mancato tornado mesociclonico che per poche decine di metri non ha toccato terra:

1. rotazione lungo un asse verticale
2. moto contemporaneo ascensionale e rotatorio antiorario
3. porzione di cielo più chiara dietro il vortice ("clear slot") indice di arià più secca del RFD che si avvolge attorno al quasi-tornado
4. fractus nelle adiacenze ripresi dalla vorticità mesociclonica
5. spiraleggiamenti della nube ad imbuto
6. vento molto debole e precipitazioni quasi assenti durante la ripresa del fenomeno
7. il tutto è perfettamente collocabile sia nel tempo che nello spazio, in accordo con il modello di "supercella classica" e con l'analisi nefologica finora trattata.

Ecco quindi la testimonianza "a caldo" di Matteo:

Un “Tornado.. sull'uscio di casa?”

"Ho appena pranzato e come da accordi mi ritrovo con il mio amico Alberto Gobbi, grande appassionato ed esperto di meteorologia, per scambiarci le foto dei temporali fatte da entrambi durante il mese di Giugno. Appena il tempo di prendere un caffè e di guardare qualche foto e Alberto guarda fuori dalla finestra e nota, in direzione ovest, nordovest un temporale che si sta formando. Alle 16.00 circa ci salutiamo e ci promettiamo di sentirci per telefono sugli sviluppi del fenomeno. Dopo mezz'ora esco e mi accorgo che, sopra di me, il cielo è pieno di nuvole “mammatus” e inizio a scattar foto. Per circa un'ora il temporale sembra aumentare di dimensioni e il colore da azzurro intenso si colora di blu, grigio scuro, bianco panna e in alcuni punti anche di verde. I tuoni dei lampi si fanno sentire sempre di più sia in intensità che in frequenza..

Ricevo una telefonata da Alberto che mi comunica di aver consultato il radar di Teolo e di aver scoperto che il temporale ha una estensione tale da coprire una parte del territorio delle province di Padova e Vicenza. Al momento della telefonata il mio amico è già sull'argine destro del fiume Brenta e dal tono di voce capisco che quello che mi sta descrivendo è un temporale molto forte...che si dirige verso di noi! Il tempo di riprendere la mia macchina fotografica digitale e ricomincio a scattar foto... le “mammatus” hanno ormai lasciato posto alla fase più avanzata del temporale e dopo un po' inizia a soffiare un forte vento segno che ormai ci siamo....piove…diluvia. Scappo dentro perchè è troppo rischioso rimanere fuori, sia per la pioggia ma soprattutto per i fulmini. A questo punto rientro in casa, convinto che la parte più “spettacolare” del temporale sia passata e che ormai sia rimasto spazio solo per la forte pioggia...

La macchinetta fotografica l'ho già spenta e appoggiata sul tavolo e parlo con i miei facendomi raccontare come vivevano i temporali una volta.......Sono circa le 18.15 quando, per caso, e ripeto per caso, mi avvicino alla porta in vetro ombreggiato (parasole) che ho sull'uscio di casa sul lato ovest... intravedo una colonna grigio scura-gialla (giallo per effetto del vetro..) su uno sfondo molto più chiaro, quasi bianco… apro la porta e mi accorgo che questa “cosa” gira su sè stessa in senso antiorario verso l'alto... a questo punto in un attimo riprendo la fotocamera e inizio a filmare il tutto, prima con la porta chiusa. Poi, sempre filmando, apro la porta e stranamente, almeno per me, c'è pochissimo vento se non assente e la pioggia sembra non cadere più... in questi momenti tremo per effetto di quello che vedo sia perchè è la prima volta che lo vedo, sia perchè sto filmando il tutto e sono consapevole che di fronte a me c'è un fenomeno non da tutti i giorni!! E soprattutto è proprio la “stranezza” di quello che vedo che mi agita e mi spaventa.

Questa colonna di nuvole grigie scure che ruotano in senso antiorario è molto più larga alla base e più stretta verso l'alto e si sposta in direzione nordovest-sudest. Con il passare del tempo proprio verso l'alto diminuisce sempre più la larghezza e dal movimento di rotazione più visibile delle nuvole deduco ne sia aumentata la velocità. Poi il tutto, in pochissimi istanti, svanisce nel nulla. La ripresa di questo fenomeno è durata un minuto e mezzo. Entusiasmato dalla ripresa del fenomeno, chiamo per telefono Alberto e la prima cosa che gli chiedo è: “ l'hai visto???”... e lui mi risponde non con un “Cosa....quando..... come” ma con un “Dove??!!!” quasi facendomi pensare di sapere già o di aver intravisto qualche cosa di simile da casa sua... e questo mi ha lasciato ulteriormente colpito...

Ora mi permetto di sottolineare che non essendo un esperto in fenomeni atmosferici, ho raccontato questa mia esperienza soprattutto dal lato “umano” di un appassionato, senza quindi usare termini tecnici o tipici dell'argomento... non mi permetto neanche per idea di dare un nome o una definizione al fenomeno descritto, ma sicuramente sono convinto di aver trascorso un momento da “appassionato privilegiato” come ben pochi!!"

La supercella in questione, nel suo moto verso est, originerà una tromba marina di notevoli dimensioni sulla Laguna di Venezia. Ma un altro temporale si appresta a ripercorrere il tragitto del mesociclone, in questo caso però si tratta di un sistema organizzato secondo lo schema della "squall line"... e così alle 18,35 il cielo si ripopola velocemente di nubi cumuliformi. Ecco il racconto di Matteo:

"Verso le 18:45 Alberto mi richiama e ancora più “esaltato” di prima, mi chiede se ho visto cosa sta arrivando.... io incredulo e ormai convinto che il peggio sia passato, mi riaffaccio all'uscio di casa mia e vedo che verso ovest, nordovest ci sono un sacco di nuvole di colore grigio scuro,verde e bianco!! Un nuovo temporale sta per scatenare la sua forza! Riprendo a far foto sia a ovest, sia a nord-ovest e poi anche a nord... ed è proprio verso nord che noto delle nuvole come disposte lungo un asse nord-sud: sembrano formare tre ipotetici piani disposti uno dopo l'altro a tre differenti quote, il tutto accompagnato da un forte vento del quale però non riesco a stabilire la direzione, visto la “caoticità” del momento... poi il mio amico Alberto mi dirà che sono nubi “a mensola”. Ovviamente faccio anche qualche video. Poi ricomincia a piovere molto intensamente e questa volta cadono anche chicchi di grandine del diametro massimo di 1-2 centimetri, ma per pochi secondi fortunatamente! Il tutto finisce intorno alle 19:20."

VAI ALLA SECONDA PARTE DEL REPORT CON LE FOTO DELLA SHELF CLOUD
E CON I DANNI DEL TORNADO NEL PAESE DI SALBORO (PADOVA)

 

HOME PAGE