Alluvione nel cagliaritano

del 12-13 novembre 1999

a cura di Matteo Tidili

Una devastante ondata di maltempo colpisce la Sardegna meridionale nella notte tra venerdi 12 e sabato 13 novembre 1999, provocando la morte di due persone e, in generale, l'isolamento, dal resto dell'isola, di alcune cittadine del circondario del capoluogo.

I danni sono incalcolabili: le case e le reti stradali seriamente danneggiate, le aziende allagate e i campi coltivati sommersi da quasi un metro d'acqua. La situazione peggiore si registra negli abitati di Assemini e Capoterra, colpiti da un'incredibile ondata di fango ed acqua arrecata dal fiume Santa Lucia, che nasce nei monti adiacenti, Villasor, Villagreca, Elmas, San Vito, Villaputzu, Muravera e nel Sarrabus, zone collocate nella Sardegna sud-orientale e quindi maggiormente esposte al rischio alluvioni durante le forti ed umide sciroccate. Nelle campagne e negli abitati colpiti dall'alluvione la ricognizione aerea offre visioni spettrali di abitazioni crollate, strade sconvolte dalla furia dell'inondazione, stabilimenti e peschiere seriamente danneggiate, colture, serre, cascinali sommersi dall'acqua, oltre un migliaio di carcasse di ovini, bovini, suini ed equini annegati. Circa 500 auto travolte dal fango e dalla melma sono da rottamare. I danni, secondo le prime stime approssimative, superano i 500 miliardi (fonte www.lanazione.it).

La statale "554", che collega Cagliari ai comuni vicini di Monserrato, Sestu, Quartu ed alla località turistica di Villasimius, è impercorribile per l'acqua alta. Drammatica è infine la situazione degli alluvionati: si contano centinaia di senzatetto.

Il disastroso fenomeno è stato causato, in termini meteorologici, da una bassa pressione, neanche troppo intensa, stazionaria nel bacino del Mediterraneo occidentale, impedita nel suo cammino normale verso oriente da una possente struttura di alta pressione dinamica, estesa lungo i paralleli dalle Isole Britanniche alla penisola scandinava, e da qui a tutta la penisola balcanica, con valori pressori massimi, intorno ai 1040 mb, situati sull'Irlanda ed il centro nord dell'Inghilterra.Tale struttura anticiclonica influenza, con il suo bordo meridionale, anche l'Europa centrale e l'Italia centro-orientale, mentre tiene "scoperte" la Spagna , la Francia centro-occidentale e la Sardegna. La vita della depressione mediterranea è inoltre prolungata dal fatto che essa è costantemente alimentata da aria fresca proveniente da est, che scorre sul bordo meridionale dell'alta.

Per quanto riguarda il campo termico a 850 hPa, la discesa di aria fresca sull'Africa nord-occidentale provoca un aumento di temperatura sulle Baleari in direzione della Sardegna, ed accentua il gradiente termico orizzontale tra il Portogallo e la Sardegna , fattore che provoca l'instaurarsi del getto tra le due zone suddette.

La mappa BOLAM proposta di seguito si riferisce alla velocità ed alla posizione delle "jet streams" in Europa. Come si può vedere, il getto è particolarmente intenso a sud del Golfo di Gibilterra ed in Portogallo. Le correnti stratosferiche che alle 12 scorrevano a sud del golfo di Gibilterra avrebbero attraversato nelle 12 ore successive la Sardegna , provocando una forte divergenza in quota (date le alte velocità dei venti) e conseguente convergenza nella bassissima troposfera e quindi moti ascensionali.

Il radiosondaggio di Cagliari della notte tra il 12 e il 13 novembre evidenzia la presenza di aria umidissima in tutta la colonna d'aria con la curva di stato della temperatura e quella del dew point praticamente attaccate. Si noti il wind shear verticale positivo, ossia la rotazione oraria della direzione del vento all'aumentare della quota che garantisce maggior sviluppo verticale per i potenziali temporali. Notevole il valore del precipitable water che tradisce la presenza di una grossa quantità di vapor acqueo nell'aria.

Anche nella giornata del 13 si verificano dei fenomeni temporaleschi, sempre nel cagliaritano, questa volta però di breve durata ma sempre d'intensità eccezionale, concentrati per la maggior parte durante le ore pomeridiane con miglioramento poi durante quelle serali. A seguire una carta al suolo che mette in luce come sul Campidano si trovi una zona di convergenza.

 

Le immagini sat vanno in ordine dal pomeriggio del 12 novembre alle 18:10 del giorno 13. Esse evidenziano come la causa dell'alluvione sia stata una potente cella temporalesca a “V” con vertice puntato nel basso campidano, stabile per parecchie ore tra la serata del 12 e le prime ore del 13, e incudine della cella sospinta dalle forti correnti in quota sino alle coste meridionali della Corsica.

La rigenerazione in loco di tale sistema precipitativo ha portato a fine fenomenologia accumuli davvero eccezionali. Per dare un'idea riporto le località maggiormente interessate : Uta il giorno 12 345,2 mm , il giorno 13 263,6 mm , Decimomannu il giorno 12 255 mm , il giorno 13 278,4 mm .

 

 

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