VIOLENTE MULTICELLE SULLA PIANURA VENETA

del 14 agosto 2003

a cura di Gobbi Alberto

Come spesso accade, il primo temporale che si verifica dopo una forte ondata di caldo risulta essere molto violento se non dannoso in alcuni casi. L'estate 2003 da questo punto di vista ha visto numerose ondate di caldo africano con temperature davvero eccezionali anche nel Veneto; in particolare, segnalo a Campolongo Maggiore una massima di 40.3°C il pomeriggio del 5 agosto 2003 con una minima alquanto elevata la mattina successiva (24.6°C): questi due valori rappresentano dei record decennali in fatto di valori termici estivi.

Ma il 14 agosto 2003 la tanto sospirata pioggia è arrivata grazie ad una corrente atlantica più fresca che ha innescato ingenti moti termoconvettivi un po' su tutte le pianure del NE Italia a partire dal comparto alpino e prealpino con i temporali in movimento da NW a SE. Inevitabili alcuni episodi di forte instabilità vista la notevole quantità di energia termica presente in Pianura Padana.

La mattina inizia con cielo bianchiccio con afa opprimente e alcuni deboli cirrostrati in parte occultati dalla foschia in quota. Presenti anche alcuni banchi di altocumuli piuttosto sottili e piccoli castellani sparsi anch'essi poco visibili. Minima sui 22°C con dew point intorno a 25°C a metà mattina fanno ben sperare per l'insorgenza di fenomenologia temporalesca degna di tal nome come poche volte s'è visto in questa caldissima estate 2003.

Alle 14 le suddette nubi si diradano: posso quindi osservare l'avanzata da NW di un imponente sistema temporalesco con incudine ben definita (giovane) e rigenerazione spinta di nuove torri verticali cumuliformi sul suo settore meridionale.

Intensi Cb incus con forte rigenerazione delle multicelle sulla sinistra della foto (ore 14,15)
Foto dell'autore puntata verso W

Contemporaneamente l'outflow dell'intenso sistema temporalesco in discesa verso la pianura genera un modesto temporale una quindicina di km a SE: la foto sotto ne ritrae le fasi iniziali di sviluppo quand'era ancora allo stadio di cumulo mediocris. E' possibile notare la debolezza dell'updraft per l'evidente disorganizzazione del cumulo che appare sfilacciato e per nulla convinto nella sua ascesa: ciò indica che le condizioni termodinamiche favorevoli a termoconvezione non si sposteranno molto più a S dell'annuvolamento in questione.

Cumulo "di risposta" al temporale principale
Foto dell'autore

Il temporalino suddetto visto dal radar (indicato dalla freccia bianca)

Questo piccolo temporale comunque riuscirà a dare origine ad un breve e debole rovescio che nella primissima fase non farà altro che incrementare le condizioni di afa: poi il suo outflow da SE (perchè il Cb era a SE della mia postazione) abbasserà la temperatura di 6-7°C rispetto alla massima di 34°C raggiunta poco prima. Comunque non è questo il temporale da tener sott'occhio: infatti a W continua la rigenerazione a livelli esagerati dell'altro sistema come testimoniato dalle seguenti due foto.

Torre temporalesca in rapido sviluppo (parete meridionale)
Foto dell'autore

Nuove torri sotto l'intensa incudine del temporale ormai maturo
Foto dell'autore

Quando il temporalino di risposta stava producendo i suoi limitati effetti (5 mm di pioggia) il cielo è ormai coperto con rapido intensificarsi di nubi cumuliformi come si vede dalla seguente foto.

Confluenza di correnti dei due temporali adiacenti con sviluppo di nubi cumuliformi sotto le incudini dei due sistemi
Foto dell'autore

Con la visibilità scesa a mezzo km per via della pioggia del temporalino e l'evaporazione della stessa (a causa del terreno caldo) mi risulta difficile controllare l'orizzonte occidentale, settore da cui ben presto dovrebbe giungere il "padre" del temporalino. E infatti, appena terminato il debole rovescio, ecco che a W si presenta una grossissima shelf cloud (nube a mensola) bianca e in rapida evoluzione per l'interazione fra inflow e outflow.

Grossa shelf cloud bianca: ne è visibile anche la base (ore 15.35)
Foto dell'autore

La visibilità dell'orizzonte dalla mia casa lascia a desiderare, quindi mi impegno in una rapida corsa per salire sull'argine del Brenta: conscio che finchè posso vedere la parte frontale della nube a mensola non sono a rischio di beccarmi i rovesci, faccio un po' di foto. Segue un composit di 3 foto che mostra la shelf cloud in avanzata dalla pianura padovana. Sulla sinistra della foto (basso padovano) il cielo è giallo per via della luce del sole (deboli piogge o nessuna precipitazione, solo outflow), mentre sulla parte centrale e sulla destra (a N dei Colli Euganei) sono ben visibili forti rovesci di pioggia e grandine.

Shelf cloud prossima allo stadio di maturità
Foto dell'autore

Particolare della shelf cloud
Foto dell'autore

Shelf cloud vista da vicino: si notino gli alberi piegati verso di me a causa dell'outflow che sta invadendo la pianura veneziana
Foto dell'autore

La seguente foto è stata scattata pochi minuti dopo il passaggio della parte frontale della shelf cloud; l'immagine mostra quindi la parte inferiore della nube a mensola in quanto essa ora si trova esattamente sopra il mio punto di osservazione; l'outflow sta intensificando da W-NW con raffiche sui 100-110 km/h (stima) e si notano le bande di pioggia e grandine in lontananza (distanza stimata 3-4 km).

Parte inferiore della nube a mensola
Foto dell'autore

Pochissimi minuti dopo lo scatto iniziano forti rovesci di pioggia con raffiche di vento molto violente da W-NW e visibilità ridotta fino a 150 m; dopo una ventina di minuti i rovesci subiscono un'attenuazione e con il vento calato a 30-40 km/h alle ore 15.55 iniziano a cadere grossi chicchi di grandine (per una decina di minuti, più o meno misti alla pioggia) con diametro fino a 25-27 mm, sferici e bianco opaco: alcuni mostravano la classica conformazione a cipolla mentre uno in particolare era trasparente e dotato di 6-7 punte di ghiaccio ai bordi indice questo di potentissimi updrafts in seno al cumulonembo. Purtroppo l'oscurità non mi ha permesso di fare foto della grandine e nella foga non ho pensato di mettere il chicco nel freezer per poi fotografarlo con calma una volta ricreate (artificialmente o meno) le ottimali condizioni di luminosità.

Il temporale principale ha scaricato 30 mm ma il dato è sicuramente sottostimato per via della pioggia orizzontale non caduta nel pluviometro: la temperatura è crollata da 34°C (max) a poco meno di 18°C. A Valle Averto (Campagna Lupia, VE) sono caduti ben 62.2 mm (dato ARPAV). Danni per il forte vento e per la grandine sono stati registrati in particolare nella zona di Padova EST con allagamenti e danni alla carrozzeria delle macchine (grandine grossa quasi come uova) e al lido di Venezia con lo sradicamento di numerosi alberi. Seguono due foto scattate a Venezia a cura di TAZSTORM TEAM DI VENEZIA.

Nubi tubolari assimilabili come forma alle roll cloud prodotte dalla corrente di outflow
Foto a cura di TAZSTORM TEAM DI VENEZIA

Base del cumulonembo in avvicinamento a Venezia; si nota anche una nube accessoria identificabile come una piccola shelf cloud ormai prossima al dissolvimento
Foto a cura di TAZSTORM TEAM DI VENEZIA

Nube accessoria simile alla precedente (piccola e debole shelf cloud)
Foto dell'autore (24 luglio 2003)

Una rapida occhiata alle radarate e alle immagini da satellite dell'evento che va classificato come violento temporale multicellulare (cluster); infatti non è stato riscontrato alcun indizio di supercella escludendo semmai le notevoli dimensioni dei chicchi registrati nel padovano orientale, ma ciò non è sufficiente per catalogare il fenomeno come temporale mesociclonico.

Immagine HRPT ore 15.07 UTC

Dall'alto: radar di ARPAV Teolo (PD), le ultime due radar SP Capofiume (BO)

Interessante notare le due scansioni del radar bolognese che mostrano un cono d'ombra di riflettività provocato dalle notevoli dimensioni delle particelle solide presenti nei cumulonembi che di fatto impediscono il rilevamento dei temporali che stanno dietro il nucleo a "fondoscala" presente in quei momenti tra padovano e veneziano.

 

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