BOW ECHO SUL CENTRO-NORD ITALIA

del 17 gennaio 2004

a cura di Gobbi Alberto e Andrea Griffa

Nel primo pomeriggio del 17 gennaio 2004 una intensa linea di groppo ha colpito l'Italia centro-settentrionale con fenomeni anche temporaleschi piuttosto intensi per il periodo. Causa di questa ondata di maltempo una profonda saccatura estesa dalla Scandinavia alla Francia con asse NE-SW in grado di instaurare un flusso piuttosto intenso da W-SW a curvatura ciclonica sul centro-nord Italia. L'aria fredda post-frontale entra dal Golfo di Biscaglia, dal momento che la struttura depressionaria al suolo è molto ampia, per cui il flusso, di origine polare marittima, compie un largo giro (determinato dalla chiusura del minimo al suolo che si vede centrato sulla Normandia) prima di entrare franco sul Mediterraneo centrale.

Analisi GFS model alle 12Z del 17/01/04
Geopotenziale a 500 hPa e pressione al suolo in mb/hPa

I venti a 500 mb com'è noto definiscono la direzione di spostamento dei sistemi temporaleschi: la "level guide" nel caso in esame proviene da W-SW sull'Italia con intensità dei venti alla medesima quota intorno ai 25 nodi sul NE Italia e 65 nodi su medio e alto Tirreno.

Analisi GFS model alle 12Z del 17/01/04
Velocità del vento alla superficie isobarica di 500 hPa

Sul bordo meridionale della saccatura in quota avanza da W-NW la corrente a getto ad una velocità di 70 nodi sopra le coste toscane.

Analisi GFS model alle 12Z del 17/01/04
Velocità del vento alla superficie isobarica di 300 hPa

Alla quota di 1500 m circa ritroviamo venti forti da W-SW con velocità tra i 35 e i 50 nodi sull'Italia centrosettentrionale. Si tratta di una Low Level Jet (LLJ), ovvero una corrente a getto che tende a prodursi nei bassi strati (a 850 mb) al di sotto della regione ove alle quote maggiori il getto (a 300 mb) presenta maggiore divergenza, allorquando afflussi di aria caldo-umida vengono richiamati delle depressioni formate per motivi dinamici.

Analisi GFS model alle 12Z del 17/01/04
Velocità del vento alla superficie isobarica di 850 hPa

I forti venti nella medio-bassa troposfera (850 mb e 500 mb), in associazione con il getto nell'alta troposfera (300 mb), hanno favorito l'accelerazione della squall line all'interno della massa d'aria caldo umida presente nei bassi strati: la linea di groppo (prodotta dall'unione di più clusters temporaleschi) è quindi evoluta in un "bow echo", ovvero in un eco radar a forma di arco. Dal satellite bispettrale si nota abbastanza bene tale evoluzione per via della forma arcuata del "bow echo" spinto dal getto posteriore.

Immagini satellite bispettrale ore 9, 12 e 13 UTC

Dal radar ARPA-SMR di San Pietro Capofiume (BO) è più evidente la forma nettamente arcuata del bow echo: nella scansione delle 12.12 UTC si nota come le precipitazioni più intense (segnate in rosso con riflettività sui 45 dBz) siano disposte in modo arcuato sulla parte avanzante del bow echo (Romagna). Nella successiva immagine delle 12.42 UTC si nota una zona a scarsa riflettività che potrebbe essere il "Rear Inflow Notch" ovvero la regione con ridotte precipitazioni sintomo delle correnti di inflow, che indica anche la locazione del RIJ, cioè del "Rear Inflow Jet" (getto posteriore del sistema temporalesco che lo rifornisce di aria umida).

Solitamente è di fronte alla "curvatura" del bow echo che si hanno le più spettacolari nubi accessorie (shel cloud o roll cloud) ma anche i maggiori danni dovuti alle forti raffiche di vento (outflow) con il rischio di downburst. Inoltre come spesso accade nei bow echo la parte a nord sviluppa una rotazione ciclonica con venti molto forti inferiormente e deboli superiormente costituendo cosi una rotazione mesociclonica che puo' produrre funnel o tornado: nasce il "comma echo" (eco a virgola). Tale rotazione e relativo eco a virgola è ben visibile nella scansione radar delle 12.12 UTC.

Scansioni radar ARPA-SMR

Seguono alcune foto scattate da Stefano Mazzei nella zona di Prato, Pistoia e Firenze intorno alle ore 12-13 che mostrano l'intensa attività temporalesca del bow echo.

Forti rovesci temporaleschi

Cumulonembi del bow echo in allontanamento (settore sud-occidentale)

 

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