REPORTAGE DEL 19 GIUGNO 1996

VIOLENTA GRANDINATA NEL PADOVANO

(e anche a casa mia)

a cura di Gobbi Alberto

Ritengo doveroso fare una breve introduzione prima di commentare l'evento. L'inizio giugno del 1996 è stato per il Veneto uno dei periodi più bollenti che io ricordi: per darvi un'idea del caldo e dell'afa opprimente di quei giorni, vi riporto le temperature che ho registrato nei tre giorni più bollenti.

10/6/96 min 19,5 max 35,1 (a Padova max di 39°C)

11/6/96 min 20,5 max 36,7

12/6/96 min 20,5 max 35,5

Adesso passiamo al 19 giugno, giornata indimenticabile perché mi ricordo tutto nei particolari avendo seguito dall'inizio l'evoluzione delle nubi presenti.

MERCOLEDI', 19 GIUGNO 1996: la mattinata si presenta con una min di 18°C e cielo quasi sereno per lontani cirri a occidente, ma dalle 8,30 compaiono dei bassi fractocumuli a contorno poco definito indice di elevato dew point, quindi notevole carico di umidità favorevole allo sviluppo di cumulonembi molto grossi in altezza. Poi queste nubi scompaiono e il cielo rimane sereno e afoso con leggero vento da SW. Dalle 17 ecco comparire diffusi cirri densi organizzati in batuffoli da SW e un'ora dopo il cielo diventa molto nuvoloso e si nota un considerevole aumento dell'instabilità per nubi stratocumuliformi o cumuliformi sparse, che si sono formate molto rapidamente un po' ovunque. Confesso che sono rimasto piacevolmente stupito almeno per due motivi: non avevo previsto l'arrivo del temporale, perché nel primo pomeriggio il tempo s'era apparentemente stabilizzato; inoltre, nel tardo pomeriggio, finchè si formavano castellani e altre nubi da instabilità, al suolo tutto era tranquillo con afa moderata e vento calmo: davvero un contrasto molto evidente e affascinante. Raggiungo una max di 31°C.

Ma alle 18,45 arriva la svolta: a SW noto la sommità illuminata dal sole, piuttosto piccola per la verità, di un cumulonembo con nettissime protuberanze molto definite, indice di un temporale più che attivo. Il resto del Cb calvus era occultato dalle altre nubi succitate. Posso però notare a distanza che il temporale lavora alla grande: sentendo i primi deboli tuoni, vedo anche all'orizzonte parecchi fractocumuli più chiari sullo sfondo scuro del temporale che circolano intorno alla stessa cella temporalesca: è il risultato della spinta sopra il livello di condensazione di aria caldo-umida aspirata dal basso dal temporale in fase di maturazione che va a contrastare col ramo di correnti discendenti. Per cui i fractocumuli, se si presentano associati a celle temporalesche denoteranno già la presenza della corrente discendente con quella ascendente ancora ben attiva, quindi individuano temporali relativamente giovani e che possono essere di una certa intensità.

Infatti, ben presto il Cb calvus evolverà in un minaccioso Cb incus in contemporanea allo sviluppo di un altro mini Cb incus leggermente più a NE dello zenit, quindi vicinissimo a me con bande di pioggia e associata attività elettrica. Questo annuvolamento secondario mi preoccupava perché s'era sviluppato molto rapidamente, per cui c'erano le condizioni per forti manifestazioni temporalesche grazie alla presenza di aria molto caldo-umida al suolo responsabile di un accentuato gradiente termico verticale.

Alle 19,55 vedo a SW la plumbea base del forte temporale senza il minimo accenno di shelf cloud: i tuoni si fanno frequenti, anche se deboli. Non vedo lampi o fulmini e lo considero un brutto segno, in quanto le scariche elettriche erano probabilmente nascoste da notevoli precipitazioni anche grandinigene. Ecco le foto, molto eloquenti al riguardo:

Base del Cb incus senza shelf cloud; notate il bianco della grandine

Foto puntata leggermente più a W rispetto alla precedente: i raggi solari penetrano attraverso le precipitazioni sulla destra della foto, ma ancora per poco

Notate, in particolare, il forte vento proveniente da NE (evidenziato dai pioppi) che va incontro al temporale proveniente da SW: questo vento, che i profani potrebbero intendere come un buon segno, sono invece le correnti ascensionali (inflow) che alimentano il temporale. Nella prima foto, in particolare, notate il colore bianco alla base del Cb incus: quella è tutta grandine!!! Nella seconda foto, guardate sulla destra il cielo libero da nubi con il sole che colora la base del temporale di un bellissimo giallo-arancio.

Dalle 20,10 le correnti ascensionali vengono sostituite da quelle discendenti finchè avanza il temporale: il vento si orienta deciso da SW fino a 70 km/h circa. Dalle 20,15 alle 20,30 pioggia e grandine di moderata intensità con i downdrafts sempre da SW che sbattono la tempesta ovunque. Ecco le foto finchè imperversava la bufera con la grandine che ha colpito ad "ondate" per ben 4 volte seguendo i massimi di intensità dei downdrafts. Nel frattempo l'attività elettrica era modesta.

 

Nella foto a sinistra siamo all'inizio della tempesta e i chicchi di grandine si vedono molto bene: il chicco più grosso misura ben 26 mm di lunghezza, ma chi mi dice che non ne siano caduti di più grossi? Certamente nei paesi più a SW del mio il temporale ha colpito veramente duro assumendo i connotati di un vero e proprio nubifragio, così come riporta il "Gazzettino di Padova" del 21 giugno (includo anche la foto dello stesso articolo con le campagne allagate e la grandine nel riquadro): "Gli abitanti della zona se la ricorderanno come una serata di vera calamità. Chicchi di grandine grossi come noci, raffiche impetuose di vento e sferzate rabbiose di pioggia hanno messo in ginocchio per oltre un'ora una grossa fetta di territorio estesa da Legnaro a Brugine. I danni più ingenti li ha patiti il comune di Polverara. Ettari di mais sono andati distrutti, decine di alberi sono stati sradicati, mentre risulta irreparabilmente compromessa la prossima vendemmia. L'inferno nella zona si è abbattuto poco dopo le 19,30 di mercoledì.

Per circa un'ora sulle campagne della zona si è scatenato con furia inaudita un temporale di rara intensità. Le strade si sono trasformate in torrenti e la circolazione in alcuni tratti è stata interrotta da rami di alberi volati sulla carreggiata. Impianti elettrici e telefonici sono subito finiti in tilt. La furia del nubifragio ha causato grossi disagia anche nei centri abitati. A Polverara si contano a decine gli automezzi con il parabrezza sfondato dalla grandine. In alcuni fabbricati la furia del vento ha provocato gravi danni ai tetti. Il vento e la grandine hanno divelto alcune persiane nel Peep del paese, mandando i vetri in frantumi. Immancabili gli allagamenti di taverne e scantinati. Le chiamate di emergenza ai vigili del fuoco si sono in breve tempo moltiplicate, ma non si sono comunque registrati incidenti di particolare gravità. La gente a quell'ora era già infatti rintanata a casa per assistere all'incontro Italia-Germania".

Per quanto riguarda il mio paese, la grandine ha distrutto buona parte del mais con danni abbastanza rilevanti, ma nessun'altra conseguenza per le infrastrutture. Solo qualche grosso ramo sbattuto a terra. Non so quanti mm sono caduti, perché le raffiche di vento mi hanno ribaltato il pluviometro.

Questa foto testimonia l'accumulo di grandine davanti casa mia appena cessata la tempesta.

Il temporale non ha colpito Dolo (VE) perché posto troppo a NW, quindi fuori dalla traiettoria del temporale, che si sarebbe dissolto a sud di Mestre, a giudicare dall'incudine alquanto sfilacciata e dal corpo ormai "senza forza" del cumulonembo visibile tra E e NE. Tuttavia, nella nottata, lampi frequenti senza tuoni erano visibili verso NE, ma probabilmente si trattava di un'altra cella temporalesca, magari nata con gli ultimi contributi del temporale che aveva colpito la mia zona.

 

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