TEMPESTA A V SUL VENEZIANO con "anvil dome"

del 23 luglio 2003

a cura di Gobbi Alberto
con il contributo di Flavio Tolin, Roberto Ranieri, Tazstorm Team di Venezia, Matteo Chinellato e Diego Bonaldo

Nel primissimo pomeriggio del 23 luglio 2003 un violento temporale grandinigeno ha interessato un po' tutta la pianura dell'alto Veneto con fortissime raffiche di vento e grandinate anche forti. L'Autore ha potuto seguire l'evento dall'oasi naturale del WWF "Valle Averto" sita nel comune di Campagna Lupia (VE) che si trova ad una quindicina di km a SW di Venezia: le foto quindi sono state scattate da tale punto di osservazione che è stato appena sfiorato dalla furia degli elementi trovandosi esso sul bordo meridionale del sistema temporalesco.

Dalle 10 circa si nota già una consistente attività cumuliforme verso l'alto Veneto con imponenti cumulonembi le cui incudini sono sporadicamente sfondate da effimere e piccole overshooting top: un indice questo di pulse storm e quindi di temporali a multicella molto intensi. Prova ne sia una violenta grandinata che ha colpito l'area del monte Corno (VI) testimoniata dalle seguenti foto di Flavio Tolin oltre che dal suo racconto.

"Dopo una minima di 16°C (molto alta per la località, la media risulta essere di 12°C) la mattinata trascorre con annuvolamenti e schiarite, ma la temperatura inesorabilmente tende a salire; raggiunti in maniera molto veloce i 20°C iniziano a svilupparsi i primi cumulonembi e congesti verso Nord Ovest.
Dalla mia lunghissima esperienza di temporali qui sul Monte Corno mi accorgo subito che la situazione si fa pericolosa, i fractocumuli corrono veloci sopra la mia testa ed alla base dei cumulonembi si intravedono 2 funnel cloud (davvero impressionanti!).
Dalla terrazza corro immediatamente a prendere un tappeto ed una coperta per coprire la macchina che è esposta (ahimè non servirà a nulla in quanto saranno molto presenti le ammaccature provocate dai chicchi di dimensioni notevoli, alcuni prossimi ai 5 cm!!) ed in lontananza si odono i tuoni e si vedono fulmini terra-aria.
Appena uscito di casa osservo verso NW una nube bianchissima ed odo un fragore intensissimo..."GRANDINE ENORME!" urlo...al che Erica (la mia ragazza) chiude gli scuri e si barrica in casa, mentre io corro a mettere il tappeto e la coperta.
Appena in tempo, i primi chicchi molto secchi cominciano a cadere; il primo sul cofano già coperto col tappeto (questo chicco risulterà il più grande con quasi 5 cm!!), gli altri cominciano a scendere in maniera inusualmente veloce con raffiche di vento impressionanti.
Tornando verso il portico un chicco raggiunge la mia testa e mi ferisce provocando una lacerazione cutanea sul capo!!
Dopo poco la grandinata si fa intensissima, il tetto della casa in lamiera emette un suono assordante, la casa trema sia per il vento che per la grandine, è una cosa impressionante, mette paura!!
Durante la precipitazione grandinigena la temperatura crolla a 7°C ed il vento raggiunge presumibilmente i 70-80 Km/h, la grandine distrugge completamente un albero di nocciole e trancia alcuni rami (non troppo piccoli...) di abete.
Al termine della precipitazione la temperatura "sale" a 9°C con vento teso da Nord e pioggia moderata mentre il cielo schiarisce in maniera veloce.
L'accumulo tramite pluviometro manuale risulta essere di 60 mm sicuramente falsati dal vento molto intenso.
Una giornata difficile da dimenticare sia per i danni subiti ma anche per le emozioni che questo caldo prolungato mi ha fatto vivere.
Evviva la natura".

Grandine al suolo
Foto di Flavio Tolin

Il temporale grandinigeno visto dal monte Corno
Foto di Flavio Tolin

Compaiono cumuli castellani a N e NW alle 9,30 circa poco visibili a causa della foschia: confermano comunque che il sistema temporalesco ben presto scenderà anche verso la pianura veneta: la seguente foto mostra la sommità degli intensi cumulonembi alle 11,30 circa prossimi ormai a colpire l'alto padovano.

Intensi Cb incus sul vicentino visti dal veneziano
Foto dell'autore

Alle 11,50 il cielo sereno lascia spazio a nubi del tipo altocumuli-stratocumuli che subiranno una rapida evoluzione grazie alle correnti d'aria provenienti dai temporali pedemontani in avvicinamento al Veneto orientale.

Altocumuli-stratocumuli
Foto dell'autore

Alle 13,00 la base del temporale è ben visibile così come la shelf cloud, in verità non molto pronunciata poichè mancava un "cuneo" ben definito (in questa fase non mi è stato possibile scattare foto); anche l'attività elettrica non appare eccelsa, ma sarà la notevole violenza dell'outflow l'effetto più tangibile dell'evento temporalesco preso in considerazione. Però dalla città di Venezia Roberto Ranieri ha potuto osservare un interessante particolare della nube a mensola. Ecco la sua testimonianza:

"Un report veloce veloce ad occhio nudo dell'odierno "mostro" cumuliforme veneziano, in attesa dei report più tecnici che, sono sicuro, non mancheranno...Più che la violenza del fenomeno, una grandinata di discreta consistenza (mi trovavo in zona Castello, Est Centro Storico di Venezia) con un forte colpo di vento, ciò che mi ha impressionato oggi è stata la dinamica della cosa, senza precedenti in almeno trent'anni di osservazioni, e cioè: l'esito grandinigeno di una shelf cloud "classica" in transito da ovest verso est. La grandine è associata di norma, da queste parti, a violente impennate cumuliformi in seno a correnti fresche umide, in caso di circolazione atlantica, con l'innesco di improvvisi processi convettivi locali, o più frequentemente alle linee di groppo provenienti da nord (o, in casi eccezionali, da nord est). Il downburst da ovest di solito è associato a fenomenali colpi di vento, mai a grandine; unica eccezione, forse, a mia memoria, la sospetta supercella serale proveniente dal Garda del giugno scorso, con grandine e sradicamenti diffusi... lì data l'ora la shelf restò solo un'ipotesi.

La shelf cloud (la "caigàda" per intenderci) mostrava una classica parte avanzata stratocumuliforme secca, indizio in moltissimi casi di uno sganciamento dal downdraft remoto, con il solito "nero" a sparpagliare microcelle in aria secca...L'anomalia locale, rispetto alla "cella madre" rimasta a nord ovest con la propria consistente attività elettrica e le bande scure di precipitazione, è stato il repentino passaggio dall'area stratocumuliforme secca ad un muro biancastro di ghiaccio in caduta misto a polvere; nessuna precipitazione preparatoria (che invece è quasi un classico, in questi casi, a goccioline iniziali per lo più minute, per la stratificazione orizzontale dei fractus e le violente correnti d'aria al suolo). La shelf ha verticalizzato in loco una parete convettiva impressionante, biancastra, come non ho mai visto prima".

Seguono 3 foto della shelf cloud vista da Venezia e una della grandine caduta a cura di TAZSTORM TEAM DI VENEZIA.

Foto a cura di TAZSTORM TEAM DI VENEZIA

Foto a cura di TAZSTORM TEAM DI VENEZIA

Foto a cura di TAZSTORM TEAM DI VENEZIA

Foto a cura di TAZSTORM TEAM DI VENEZIA

Il temporale ha causato gravi danni nella zona fra Mestre-Marghera e Spinea (VE), con sospetta tromba d'aria a Spinea centro; segnalati diversi alberi abbattuti e caduti sulle macchine in sosta, alcuni capannoni scoperchiati, cartelloni divelti e caos sulla rete stradale: tutto confermato in serata dal TG3 Veneto. A Marghera chicchi di grandine grossi anche più di 4 cm!

Tre foto del temporale visto da Tessera (VE), risparmiata dalla grandine, a cura di Matteo Chinellato.

Intensa shelf cloud
Foto di Matteo Chinellato

Un'altra debole shelf cloud
Foto di Matteo Chinellato

Mammatus
Foto di Matteo Chinellato

Altre due foto a cura di Diego Bonaldo del temporale visto da Mestre (VE), anch'essa colpita da una furiosa grandinata con accumuli al suolo anche di 10 cm.

Mammatus precedenti i rovesci grandinigeni
Foto di Diego Bonaldo

Lato sopravvento (posteriore) del temporale in fase di allontanamento verso levante
Foto di Diego Bonaldo

La foto che segue (ore 13,15) mostra l'orizzonte della laguna veneta visto da una torre di osservazione a 12 m di altezza. In quei momenti ero con un mio amico (anch'egli appassionato di fotografia naturalistica) e violente raffiche di outflow sui 70-90 km/h da N (poi da NE) scuotevano la torre con movimenti laterali anche di mezzo metro: confesso che avevamo un po' di paura.

Sabbia sollevata dall'outflow nella laguna veneta e fuga degli uccelli dal temporale
Foto dell'autore

Dopo una decina di minuti si verifica una relativa attenuazione del vento, quindi polvere e sabbia in sospensione si depositano almeno in parte permettendo la visione della base che già si è allontanata di parecchio: a fatica si distinguono le bande di precipitazione. Ove mi trovavo non è caduta neanche una goccia: solo tanto vento con successiva rapida schiarita che ha favorito l'osservazione del lato sopravvento del forte temporale come si può notare nelle successive foto.

Base del cumulonembo in rapido allontanamento verso il mar Adriatico
Foto dell'autore

Flanking line collegata alla parete sud della torre temporalesca (la torre è a sx)
Foto dell'autore

Incudine dell'intenso cumulonembo che ha appena sfiorato il luogo di osservazione con flanking line sulla dx
Foto dell'autore

Composit di 3 foto che mostra il lato sopravvento della tempesta ormai sopra l'alto Adriatico (ore 13,40)
Foto dell'autore

Nel suo tragitto di allontanamento verso E il temporale ha raggiunto una distanza minima tale (circa 40 km) da poter osservare la sua sommità: con un po' di esperienza chiunque avrebbe notato delle grosse e persistenti overshooting top che hanno sfondato con decisione la sommità incudinata del sistema temporalesco. Si veda a tal proposito le 3 foto che seguono, molto esplicative a mio avviso.

Un paio di overshooting top
Foto dell'autore

Le due overshooting top si stanno unendo (ore 14,00): visibile il bordo dell'incudine nonchè il violento updraft sulla destra del sistema
Foto dell'autore

Anvil dome persistente, molto grossa e quindi molto rara; il temporale è ormai prossimo all'Istria
Foto dell'autore

E' da tenere in seria considerazione l'ipotesi che si sia trattato di una supercella in piena regola, per lo meno da quando il temporale ha manifestato alla sua sommità l'anvil dome. La mega cupola infatti ha mantenuto la sua consistenza così come si vede nelle foto durante tutto il percorso di allontanamento verso E; non si è quindi riscontrato alcuna peculiarità dei temporali multicellulari che sarebbero stati individuati mediante il classico profilo a "scalino" delle sommità dei cumulonembi. Ovverosia, un'anvil dome così intensa tradisce un updraft di eccezionale violenza e durata non soggetto alla classica rigenerazione (tipica delle multicelle), bensì prodotto da un sistema autoalimentato in cui la rotazione favorisce la convezione e viceversa (mesociclone, quindi supercella).

Satellite visibile dalle 12,00 alle 15,00 ora italiana con intervalli di 30 minuti tra le immagini

Immagine HRPT ore 14,01 italiane

Dall'ultima immagine satellitare proposta qui sopra è possibile scorgere un paio di grosse overshooting top sul vertice della V le cui ombre tuttavia non sono ben evidenti perchè il sole a quell'ora è ancora alto sull'orizzonte (le ombre delle cupole sono "corte"): confrontate questa immagine da satellite con la foto delle due cupole delle ore 14 proposta poco più in alto. Si nota fra l'altro una debole linea nuvolosa sul Polesine (riscontrabile anche nella sequenza del satellite visibile) la quale testimonia l'enorme distanza coperta dalle correnti di outflow che hanno mantenuto una velocità vicina ai 90 km/h fin sul rodigino se non oltre!!

Una concausa dell'ingente fenomenologia temporalesca è da ricercarsi nella presenza di una corrente a getto che ha favorito un'esplosiva convezione dei cumulonembi: si veda il satellite nella banda vapore e i dati da radiosondaggio (quelli segnati in giallo) per rendersi conto di ciò. Il dato segnato in rosso invece denota l'elevata velocità della level guide (55 nodi) che ha favorito il rapidissimo allontanamento del temporale verso l'Istria.

 

16144 S Pietro Capofiume Observations at 12Z 23 Jul 2003

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   PRES   HGHT   TEMP   DWPT   RELH   MIXR   DRCT   SKNT   THTA   THTE   THTV
    hPa     m      C      C      %    g/kg    deg   knot     K      K      K 
-----------------------------------------------------------------------------
 1013.0     11   33.0   20.0     46  14.75    350      5  305.0  349.4  307.7
 1002.0    109   30.0   15.0     40  10.81    345      5  303.0  335.4  304.9
  867.0   1375   17.8   11.8     68  10.12    282      9  303.1  333.4  304.9
  860.0   1445   18.2    6.2     45   6.96    279     10  304.2  325.4  305.5
  853.0   1514   17.7    6.1     46   6.97    275     10  304.4  325.7  305.7
  839.0   1655   16.8    5.9     49   7.00    255     15  304.9  326.3  306.2
  787.0   2198   13.2    5.2     58   7.09    262     17  306.6  328.5  307.9
  756.0   2535   11.8   -1.2     40   4.66    266     18  308.7  323.4  309.5
  677.0   3445    3.8   -6.2     48   3.57    277     20  309.6  321.1  310.3
  656.0   3699    2.6  -14.4     27   1.92    280     21  311.0  317.4  311.4
  627.0   4065    0.8  -26.2     11   0.72    279     26  313.0  315.6  313.2
  593.0   4509   -2.3  -38.3      4   0.24    279     31  314.5  315.4  314.5
  470.0   6307  -15.7  -28.7     32   0.77    275     55  319.4  322.2  319.6
  455.0   6551  -17.2  -40.2     12   0.26    275     58  320.5  321.5  320.6
  452.0   6600  -17.5  -42.5      9   0.20    274     58  320.8  321.6  320.8
  421.0   7124  -21.9  -44.6     11   0.17    265     59  321.8  322.4  321.8
  398.0   7538  -25.3  -46.3     12   0.15    268     62  322.5  323.1  322.5
  376.0   7948  -28.9  -37.9     42   0.39    270     66  323.0  324.5  323.1
  374.0   7986  -29.1  -38.1     42   0.38    270     66  323.2  324.7  323.3
  369.0   8082  -29.7  -43.7     24   0.22    271     67  323.7  324.5  323.7
  302.0   9466  -39.3  -54.6     18   0.08    280     79  329.2  329.6  329.2
  271.0  10215  -44.5  -60.5     15   0.04                332.0  332.2  332.0

Station information and sounding indices

                             Station number: 16144
                           Observation time: 030723/1200
                           Station latitude: 44.65
                          Station longitude: 11.61
                          Station elevation: 11.0
                            Showalter index: 1.25
                               Lifted index: -3.69
    LIFT computed using virtual temperature: -4.25
                                SWEAT index: 143.01
                                    K index: 24.83
                         Cross totals index: 18.20
                      Vertical totals index: 29.67
                        Totals totals index: 47.88
      Convective Available Potential Energy: 926.72
             CAPE using virtual temperature: 1056.44
                      Convective Inhibition: -100.93
             CINS using virtual temperature: -59.34
                   Level of Free Convection: 702.75
             LFCT using virtual temperature: 721.09
                     Bulk Richardson Number: 23.63
          Bulk Richardson Number using CAPV: 26.94
  Temp [K] of the Lifted Condensation Level: 285.15
Pres [hPa] of the Lifted Condensation Level: 806.77
     Mean mixed layer potential temperature: 303.21
              Mean mixed layer mixing ratio: 11.11
              1000 hPa to 500 hPa thickness: 5701.98
Precipitable water [mm] for entire sounding: 29.01

Infine due scansioni del radar OSMER FVG che mostrano un settore grandinigeno (a "fondoscala") su Venezia e aree limitrofe.

Scansione ore 13,15 (precipitazione in mm cumulata nelle ultime 6 ore)

Scansione ore 13,45 (precipitazione in mm cumulata nelle ultime 6 ore)

 

 

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