SULLA CODA DELLA MULTICELLA

del 26 agosto 2012

a cura di Alberto Gobbi

Nel corso della giornata di domenica 26 agosto 2012 il transito di una saccatura in quota dalla Francia, associata ad un discreto raffreddamento in media troposfera e ad un minimo al suolo sulla Pianura Padana, ha innescato intensi sistemi temporaleschi a multicellula (prevalentemente a grappolo -cluster-) sul Veneto.

Mappa GFS a 500 hPa (circa 5500 m di quota) ore 14 locali del 26 agosto 2012

Come in genere accade, nella genesi dei fenomeni temporaleschi ha giocato un ruolo fondamentale la convergenza al suolo, nella fattispecie con l'approssimarsi del minimo tra veneziano e padovano si sono scontrati vari tipi di masse d'aria: vento più fresco di bora, caldo-umido di scirocco, una corrente più secca da occidente e infine infiltrazioni fresche da nord dalle vallate alpine associate agli umidi outflow dei temporali nati poco prima sulla pedemontana vicentina.

Mappa BOLAM ore 17 locali del 26/08/2012: direzione ed intensità del vento a 10 m dal suolo

I dati rilevati dalla stazione Davis installata a Campolongo Maggiore (VE) testimoniano gli effetti del transito del minimo al suolo. Tra le 17.50 e le 18.00 ora locale il vento ha girato da SE (scirocco) a NE (bora). Inoltre, tra le 18.00 e le 18.30 è ovviamente spirato anche il vento di outflow (da NW) in uscita dal temporale durante il cambio di circolazione sinottico dovuto al passaggio del fronte freddo al suolo. Si è avuto un considerevole raffreddamento (dalla massima di 32°C in poche ore la temperatura è crollata a 17°C) ma solo un debole rovescio per una cumulata di poco più di 6 mm, ciò perchè mi trovavo all'estremità meridionale della multicella dove hanno prevalso le correnti ascendenti.

Dati della stazione meteo Davis Vantage Vue installata a Campolongo Maggiore (VE): l'ora è quella locale.

Tornando indietro di un paio d'ore per iniziare l'analisi nefologica, tra le 15.30 e le 16.00 a nord di Vicenza si forma un intenso Cumulonembo ad incudine il cui updraft genererà a ripetizione varie overshooting top sulla sua porzione meridionale, a volte anche due in contemporanea, come si può osservare dalle seguenti immagini.

Alle 16.15 il temporale in questione sembra voler rimanere a nord senza scendere verso il padovano, tuttavia inizia a sviluppare sulla sua porzione meridionale nuove multicelle (frecce blu), di cui si può notare la base, e ancora una piccola overshooting top (freccia gialla).

In questo zoom si può meglio apprezzare l'imponente torre convettiva e la sua base (freccia bianca) che denota il livello di condensazione. Nonostante l'abbondanza di overshooting top, si tratta certamente di un temporale multicellulare grandinigeno con chicchi di diametro talvolta superiore a 3-4 cm. Nel caso in cui vi fosse stata la presenza di persistenti cupole (almeno 10 minuti) o di "wall cloud" ed eventuali fenomeni vorticosi si poteva prendere in considerazione l'ipotesi supercella, ma non vi sono stati fenomeni in tal senso.

Alle 16.30 sulla pianura padovana iniziano rapidamente a svilupparsi cumuli da stratocumuli che fino a pochi minuti prima apparivano innocui. Spuntano le prime protuberanze di un cumulo più corposo (frecce blu) che in appena 5 minuti ghiaccierà alla sua sommità.

Seguono a ruota i primi tuoni, dal satellite si vede questo piccolo temporale (freccia nera) in spostamento verso NE, immerso nell'incudine (freccia gialla) di un temporale in dissolvimento sul bolognese (freccia celeste).

Immagine al satellite visibile ore 16.30 locali. Fonte sat24.com

Nella seguente foto si materializza come nuovi stratocumuli la linea di convergenza sul padovano tra venti di scirocco e venti più freschi settentrionali.

Sopra questi stratocumuli compare il bordo orientale dell'incudine (frecce gialle) appartenente al cluster principale in discesa dal vicentino e padovano settentrionale.

Il radar ARPAV di Teolo (PD) mostra il cluster in avvicinamento. In nero il mio punto di osservazione.

Scansione del radar del Centro Meteorologico di Teolo (ARPAV) - ore 17.40 locali

Alle 17.45 a ovest e nord-ovest si staglia la base di una grossa "shelf cloud" con i primi tuoni.

Le frecce bianche evidenziano delle striature al di sopra della shelf cloud, indice di imponenti e rapidi sollevamenti di aria caldo-umida davanti al fronte. Si tratta quindi di un temporale di forte intensità in fase di ulteriore sviluppo che a breve darà il massimo dei suoi fenomeni. Inoltre, si può notare una colorazione verdognola/azzurra tra le suddette striature, indice della presenza di grandine nel cumulonembo.

I rovesci di grandine si mostrano ben presto all'orizzonte dietro la nube a mensola con la classica fascia bianca in discesa fino al suolo.

Tuttavia, il downdraft principale del sistema temporalesco non sembra scendere deciso verso sud, trattandosi più che altro di una vera e propria rigenerazione del temporale verso sud. Conferme in tal senso giungono dal radar e dal satellite visibile: in quest'ultimo si nota anche una overshooting top (freccia nera), indice dell'area dell'updraft sotto il quale mi trovavo. La freccia nera sulla mappa radar mostra che mi trovavo all'estremità meridionale di una linea temporalesca.

Scansione del radar del Centro Meteorologico di Teolo (ARPAV) - ore 17.50 locali

Immagine al satellite visibile ore 17.45 locali. Fonte sat24.com

Ulteriori conferme giungono dalla seguente foto delle ore 17.55: le frecce rosse mostrano formazioni nuvolose in ascesa e in entrata nella base del cumulonembo, siamo quindi in presenza di correnti ascendenti. Sulla destra ritroviamo i rovesci di pioggia e grandine. Le frecce gialle indicano altre formazioni similari, meglio inquadrate nella foto successiva a questa.

Si tratta di una inflow tail inclinata verso nord (sulla sinistra) e di un lowering (sulla destra). Perciò, le immagini radar e dal satellite, associate all'osservazione visiva delle nubi, suggeriscono che ci troviamo sulla punta meridionale del sistema temporalesco (una sorta di "tail-end charlie"), un'area tipicamente a rischio tornado anche se non mesociclonici in senso stretto.

Quest'altra foto puntata verso sud-ovest mostra la base dell'updraft collegata alle formazioni appena esaminate.

Ed ecco che in effetti si manifesta una rotazione seppur blanda subito a sud del downdraft principale: durante le riprese dei seguenti due video era in corso un modesto rovescio di pioggia con vento discontinuo da nord-ovest (outflow). Tale outflow verosimilmente non era presente sotto tale nube in rotazione per la netta prevalenza delle correnti ascendenti di inflow. Si tratta di normali eventi vorticosi in quota generati dalla convergenza dei venti: questi video e le precedenti analisi vanno considerati esemplificativi per individuare l'area a potenziale rischio di tornado, generalmente individuabile da nubi basse e scure a sud o sud-ovest del downdraft.

VIDEO 1 (fare tasto destro e salva con nome, 38 MB formato mpg)

VIDEO 2 (fare tasto destro e salva con nome, 50 MB formato mpg)

Nelle seguenti due foto si vede il downdraft principale: nella prima immagine durante l'avanzata del temporale, la seconda durante il suo allontanamento con un'evidente area bianca di grandine.

Infine, ecco alcune foto al tramonto verso est di una distesa di splendide mammatus sotto l'incudine del sistema temporalesco ormai sopra il mar Adriatico.

Panoramica della struttura temporalesca con mammatus (unione di 4 foto)

Visuale verso ovest sempre al tramonto...

 

 

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