12. TORNADO E TROMBA MARINA

Il tornado o tromba d'aria è una colonna d'aria in violenta rotazione in contatto con il terreno, che scende da un cumulonembo ed è quasi sempre osservabile come una nube a imbuto, chiamata anche proboscide; ha moto vorticoso quasi sempre antiorario nel nostro emisfero.

Il fatto che la proboscide sia poco estesa non significa che il vortice d'aria non è in contatto con il terreno: la nube a imbuto quindi non è il tornado, ma solo una manifestazione visibile di esso; la mancata discesa dell'imbuto fino a terra può evidenziare la scarsa intensità della tromba o può indicare aria non molto umida nei bassi strati.

La proboscide è una nube a tutti gli effetti formata da goccioline d'acqua: l'aria calda e umida viene risucchiata nella parte inferiore del vortice; poichè all'interno del tornado la pressione è molto bassa, l'aria, appena entrata nell'imbuto, si espande. Questa espansione ne provoca il raffreddamento e quindi la condensazione. Tale ciclo, continuamente attivo durante la vita di un tornado, dà luogo a un processo di condensazione violento e tumultuoso.

Tuttavia, invece della nube a imbuto che raggiunge il suolo, il tornado può essere evidenziato da una nube rotante di polvere e detriti che si forma attorno alla base del vortice e al livello del terreno. Questa nube non si origina mediante condensazione: ecco quindi la differenza tra la nube a imbuto del tornado e la nube di detriti. Se la base del temporale assume una tinta rossastra il risucchio è già attivo con sollevamento di polvere e detriti nei bassi strati in trasporto verso l'alto che "coloreranno" le nubi ad immediato contatto.

Il tornado solitamente è preceduto dalla comparsa di una funnel cloud che può comparire anche senza wall cloud poiché non è necessaria la presenza di una supercella: qualunque moto ascendente che sia repentino e che abbia diverse velocità ai vari livelli è potenzialmente foriero di moti vorticosi, che non è detto che poi si sviluppino ad esempio in trombe; del resto anche nei movimenti ascensionali a grande scala come ad esempio i cicloni extratropicali e tropicali l'aria si mette a salire invorticandosi su sè stessa.

In Italia sono più frequenti i tornado originati dalle turbolenze di una shelf cloud o dalla semplice base di un temporale: in ogni caso il moto rotatorio viene innescato dalla linea di contrasto esistente tra la corrente ascensionale e quella discendente con annesse precipitazioni, che non sempre origina shelf cloud...ma una linea di demarcazione esisterà sempre, perlomeno fino a quando la cella temporalesca è attiva da avere contemporaneamente forti moti ascensionali e discensionali. Questi deboli tornado non nascono da temporali a supercella e sono quindi detti anche tornado non mesociclonici o "landspout": com'è intuibile, essi non avranno un riscontro nè visivo (wall cloud) nè al radar (eco ad uncino).

I tornado del tipo "landspout" si formano durante le fasi più intense dei temporali multicellulari i quali non hanno wall cloud, quindi è già più difficile individuare la zona a rischio tornado: nelle singole celle delle multicelle deboli tornado possono formarsi nella prima fase di sviluppo, cioè nella fase in cui le correnti ascensionali sono dominanti (celle giovani). Nel caso di supercelle, invece, i tornado in genere si formano con il mesociclone maturo o in decadimento.

La dimensione e la forma di un tornado non dicono nulla di certo circa la sua forza: anche una tromba sottile può causare danni ingentissimi e vittime. Il tornado generalmente si muove nella stessa direzione in cui punta il temporale con velocità media di traslazione sui 30-50 km/h da W o SW con punte fino a 110 km/h. Il loro movimento sarebbe ragionevolmente prevedibile, ma esistono 2 fattori che possono "fregare" l'osservatore:

a) il mesociclone può ricostituire la wall cloud in altro settore, quasi sempre ad E della vecchia wall cloud posto che il temporale si muova verso E; oppure la wall cloud può spostarsi per riformarsi in maniera irregolare e "a fasi" (imprevedibile)

b) un tornado può ritornare indietro sul proprio percorso quando la sua base viene colpita dall'outflow proveniente dal centro del sistema temporalesco

In presenza di una wall cloud e relativa supercella sono possibili tornado violenti F4-F5 (vento rotante sui 300-500 km/h). Solitamente nelle vicinanze di un tornado (entro pochi km) l'aria è calma poichè ci troviamo sotto l'updraft principale; tuttavia alcuni forti tornado inducono un incremento regolare del vento sulla porzione esterna allo stesso vortice distruttivo a causa della bassa pressione al suolo prodotta dal vortice che richiama aria dalle zone adiacenti.

Il meccanismo di formazione di una tromba marina è più semplice di quello di un tornado ed è sufficiente un cumulo congesto affinchè si formi: in estate-autunno, l'aria molto calda e umida sopra il mare può fornire notevole energia a sistemi nuvolosi in apparenza di scarsa consistenza. La colonna di aria marina in ascesa al di sotto della nube è facilitata ad assumere moti vorticosi in primo luogo per la totale assenza di corrugamenti ed ostacoli e, come sempre, ci mette del suo la "forza di Coriolis".

Poichè le trombe marine non incontrano ostacoli lungo il loro percorso si formano più facilmente rispetto ai tornado e il loro dissolvimento è più lento. Tuttavia sono meno potenti (anche se i venti rotanti possono comunque sfiorare i 250 km/h) perché sul mare si verificano differenze di temperature meno nette rispetto alla terraferma; essendo più deboli e essendo l'aria più umida che sulla terraferma è frequente vedere vortici anche sottilissimi e con condensazione ben evidente.

Per convenzione una tromba marina che tocca la costa viene classificata come tornado. Molto spesso le trombe marine si sviluppano in un contesto di calma di vento ed è per questo che possono risultare molto pericolose per le imbarcazioni a vela. L'unico vento apprezzabile infatti è quello che si dirige verso la base della tromba e risulta quindi difficile sfuggire alla meteora.

 

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