PESANTE GRANDINATA NEL VENETO ORIENTALE

del 20 maggio 2003

a cura di Gobbi Alberto

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REPORTAGE DELLA GRANDINATA A CAMPOLONGO MAGGIORE (VE)

Nel primo mattino sembra che la situazione non sia poi così instabile vista la presenza di estesi banchi di stratocumuli piuttosto "pigri" in lento movimento verso NE: tuttavia, a metà mattina compaiono degli squarci nella coltre nuvolosa che permettono la visione di banchi alquanto densi di cirri che si spostano molto velocemente sempre verso NE.

Ciò indica senz'altro la presenza di forti venti in quota, nella fattispecie la Jet Stream (JS, corrente a getto) che si rivelerà essere la principale responsabile dell'innesco di intensi cumulonembi ad asse obliquo.

Foto puntata verso SW (ore 11,55): nubi cirriformi in rapida traslazione verso NE e sotto di esse alcuni stratocumuli

Intorno a mezzogiorno l'attività cumuliforme è ancora molto scarsa e identificabile con lontanissimi congesti verso il veronese; tuttavia dal radar si nota come dietro i Colli Euganei si stiano sviluppando delle celle temporalesche di notevole violenza in avvicinamento al veneziano. Ecco infatti che alle 13 l'instabilità subisce un considerevole incremento con la diffusa comparsa di cumuli medi e successivamente congesti da occidente.

Ore 13,07: cumuli medi e fractocumuli invadono il cielo

Ore 13,54: improvvisa comparsa di cumuli congesti a W

Poco dopo parte lo sviluppo di un grosso cumulonembo calvus verso N che alla fine non formerà l'incudine: probabilmente è stato favorito da una corrente discendente (downdraft) delle più intense celle gradinigene in avvicinamento.

Ore 14,03: Cb calvus a N con sviluppo letteralmente "esplosivo"

Alle 14,10 si sentono tuoni deboli ma frequenti da W e SW (in direzione dei Colli Euganei): il cielo si fa blu scuro con temporanee sfumature al blu brillante quando usciva per un attimo il sole fra i fractocumuli che nascondevano il bordo dell'incudine avanzante del sistema.

Ore 14,25: il temporale si avvicina da W (dalla dx della foto)

Il Cb calvus che prima s'era sviluppato con tanta grinta sembra essersi tranquilizzato e si sposta verso N senza quindi interessare il mio punto di osservazione.

Cb calvus in allontanamento verso N

L'attenzione adesso va tutta rivolta alla base del temporale in rapidissimo avvicinamento da SSW: il seguente collage di foto spero renda l'idea della giovane e turbolenta shelf cloud. Al momento dello scatto mi trovavo in piena corrente di inflow (da NE, quindi) avente un'intensità (stima empirica) pari a circa il 60% di quella del successivo outflow.

Giovane shelf cloud: si intravede il cielo verdognolo al centro della foto (ore 14,38) dietro i bianchi fractocumuli

Foto puntata verso SE: rapidissima avanzata della nube a mensola (ore 14,40)

Evidente il cielo verde tipico della grandine dietro il colore bianco dei fractus

Foto puntata verso SW: base del Cb in avvicinamento; notate in basso a sinistra i salici piegati dalla corrente di inflow proveniente da NE che va ad alimentare l'updraft interno alla torre temporalesca

L'insorgenza di una corrente di inflow (caldo-umida) così sostenuta va considerata di cattivo auspicio: questa è partita all'improvviso con raffiche anche sui 60 km/h a testimonianza del consistente calo barico operato dalle correnti ascensionali sul settore anteriore del cumulonembo.

In pochi minuti quindi arriverà una corrente discendente di inaudita violenza: la seguente foto testimonia il downdraft che sta irrompendo al suolo sottoforma di turbinose correnti di outflow visibili all'orizzonte con quella "foschia" data dalla polvere, dalle gocce polverizzate nonchè dall'enorme quantità di polline sollevata dal vento.

Ore 14,42: foto puntata verso S che mostra il cambio di circolazione in corso dalla corrente caldo-umida di inflow a quella freddo-secca di outflow

Ad un più attento esame si scorge come nel punto da cui ho scattato la foto mi trovi ancora in corrente di inflow: lo testimoniano ottimamente i salici (al centro della foto) e gli aceri (sulla dx). Un km più verso S si intravedono gli alberi piegati verso di me a causa della corrente di outflow: decido quindi di mettermi al riparo. L'attività elettrica è piuttosto ridotta.

Si noti sempre dalla foto il colore bianco della grandine ("hail curtain"); quando invece l'area grandinigena era più lontana appariva di colore verde. Questo è il tipico cambio cromatico che preannuncia precipitazioni grandinigene anche violente. Infatti cinque minuti dopo la foto sarebbe iniziato a grandinare.

Ore 14,52: forti correnti di outflow sui 90-100 km/h da SW con rovesci di pioggia e grandine

Ore 14,58: forte grandinata in corso

La grandinata continua

Grandine sopra il tetto della mia casa al termine dell'evento

Accumuli di grandine nei campi

Chicchi di grandine sul davanzale di casa

Le forme più rappresentative dei chicchi caduti

La grandine non è mai caduta "secca" ma sempre frammista a pioggia: i chicchi non erano grossi (dimensione media 10 mm, alcuni fino a 15 mm) ma i danni alla vegetazione e alle colture sono evidenti a causa della elevata velocità di caduta degli stessi.

Vigneto devastato dalla grandine

Come sempre accade le grandinate colpiscono a fasce seguendo i massimi di intensità dei downdrafts: a meno di un km di distanza da casa mia (verso E) non è praticamente grandinato.

Le immancabili mammatus a fine episodio

Particolare delle mammatus

Al termine delle precipitazioni la temperatura è scesa da 23°C (massima) a soli 10°C, persino sotto la minima della giornata (14°C). Seguono altre due foto che testimoniano l'ingente quantità di ghiaccio caduta dal cielo.

Ammasso di grandine scaricato dai campi nel fosso

Fosso completamente riempito di ghiaccio

Un evento così eclatante nel mio paese è certamente raro: è possibile attribuirgli con sufficiente approssimazione un tempo di ritorno di una quindicina d'anni. Ma gli elementi si sono scatenati con violenza ben maggiore una quindicina di km a W rispetto a Campolongo Maggiore: a Maserà (PD) e comuni limitrofi sono caduti dai 20 ai 30 cm di grandine con sradicamento di numerosi alberi e danni alle infrastrutture! La seguente foto mostra uno spazzaneve all'opera a Bertipaglia di Maserà!

Quest'altra foto mostra la base della mesolinea temporalesca in avanzata sulla città di Padova con le bande di pioggia: la città patavina sarà risparmiata dalla grandine.

Mesolinea in avvicinamento su Padova
Foto a cura di Flavio Tolin

Oltre che per le cause sinottiche viste prima, la ragione di tale violenza va ricercata nel fatto che padovano e veneziano meridionale si sono trovati sul settore meridionale di una potente mesolinea temporalesca (vedi le immagini da satellite ad inizio pagina): tale settore è quello più a rischio in quanto i cumulonembi dispongono di una maggiore area da cui possono trarre aria caldo-umida necessaria per lo sviluppo degli stessi.

Si veda a tal proposito il radar di San Pietro Capofiume che mostra un settore a fondoscala (nucleo grandinigeno) nelle suddette aree.

Immagine sulla sx ore 14,12 locali
Immagine al centro ore 14,42 locali
Immagine sulla dx ore 15,12 locali

Infine, vale senz'altro la pena dare un'occhiata al radar dell'OSMER FVG che mostra un eco ad uncino (nel cerchietto bianco) proprio sopra il mio paese alle ore 15 locali, momento in cui stava terminando l'evento.

Hoock eco ore 15 italiane

Parlare di supercella è indubbiamente fuori luogo, tuttavia è probabile che si sia innescato un fenomeno mesociclonico seppur effimero in grado di esaltare la fenomenologia grandinigena. Tuttavia non si può neanche escludere che si sia trattato di un "bow-echo", cioè di un eco a forma di arco dovuto a fortissimi downdrafts interni alle celle temporalesche.

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